Era l’ultimo giorno di pesca che mi sarei potuto permettere; il caro Dennis avrebbe
fatto il suo ingresso a Cuba Venerdì notte e a me restava solo giovedì per l’ultima
pescata; non che i segnali fossero buoni, già il giorno prima i pesci si
comportavano in modo strano : mangiavano poco e si imboscavano in prossimità
delle isolette coperte di mangrovie e a stanarli c’era da perderci letteralmente il
sangue visto i nugoli di zanzare fameliche che stazionavano nei pressi.
Altro incaglio il “Jefe” della pesca , unico autorizzato a ricevere i dindi e la
prenotazione a Moron non si era fatto vedere in serata in quanto era in riunione
tecnico gastronomica a Ciego de Avila e sarebbe stato reperibile direttamente sul
luogo di pesca l’indomani “tempranito tempranito”; cosa preoccupante in quanto il
PRESTO per un dirigente cubano ha connotati alquanto dubbi.
Ultima chicca il servizio meteo prevede temporali sparsi per la “tarde”, ma sono o
non sono un eroe ? E , complice l’ansia di prossimo ritorno in Italia (quando
pescherò la prossima volta ?) decido di tentare.
Mattina ore cinque la guida mi comunica il primo problema : nessuno (leggi Jefe)
ha avvertito il “lancero” per cui tocca a noi andarlo a recuperare e portarlo sul
posto; lo buttiamo dal letto mentre mentalmente maledico l’organizzazione cubana
pensando al tempo perso lì e quello che perderò mentre prepara la barca.
Le ore migliori per la pesca stanno passando mentro divoro i 70 chilometri che mi
separano dall’imbarco a velocità folle schiacciando granchi ed evitando buche che
se colte, potrebbero causare il divorzio definitivo tra macchina e ruote ; per
fortuna le conosco bene e le principali le evito.
Ore sei e mezzo , scarico il lancero davanti al pontile mentre un nugolo di
moschitos affamati entra in macchina, proseguo verso il centro di pesca
sopportando stoicamente le azzannate zanzaresce, prima di scendere mi cospargo
totalmente di autan e finalmente vado alla ricerca del Jefe.
Come mi aspettavo il suo tempranito non coincideva col mio; mentre prendo un
caffè con sottofondo di ronzii vari mi diletto a pensare a 2300 modi vari per
seviziare il responsabile dei ritardi che farà la sua comparsa solo dopo un’ora.
Imponendomi di restare calmo intavolo la discussione in modo da poterne almeno
ricavare un tornaconto economico visto che le ore migliori se ne sono andate;
devono aver fatto fare un corso speciale ai dirigenti cubani che gli addestra a
sorridere anche quando il cliente li subissa di improperi e tira in ballo la loro
discendenza risalendo ai conquistadores; dopo avermi concesso uno sconto di 20
dollari assicurandomi che è un piacere fattomi direttamente da Fidel autorizza
l’uscita e mi passa il contratto con segnato il 50% dell’importo , chiaro dove finirà
il resto.
Ore otto e trenta, siamo in una laguna con una profondità non superiore al metro
nel cui centro c’è un bucone enorme profondissimo normalmente frequentato dai
Tarpon e infatti eccoli lì a delfinare , bestiacce di 30/40 chili che sporgono le
schiene a decine, dalla tensione le dita fanno fatica a gestire l’attrezzatura ma
finalmente l’artificiale vola nell’aria e si abbatte al centro del branco; il corpo è gia
tutto in tensione per controbattere la sicura abboccata con successivo volo fuori
dall’acqua della bestia ..... i secondi passano e .... nulla !!! ??? Strano , quando gli
cadi addosso il 90% delle volte picchiano duro.
Si va alla ricerca e si riprova : stessa scena , si prova di tutto : Jig, Minnow di tutti
i tipi e marche, Popper, Ondulanti; il risultato sempre quello : niente, non
vogliono saperne di attaccare ; dopo un’ora desistiamo e proviamo altro.
Durante il trasferimento , fatto a velocità di traina, attacco tre barracuda di buona
taglia e due piccoli (guaguancio) che sono rilasciati, il morale sale e le speranze
pure; arriviamo ai soliti fondali rocciosi con pietroni enormi e l’entusiasmo è alle
stelle : l’artificiale è seguito da gruppi di Pargo e Cubere di taglia mega .
Ma i malfidenti non vogliono collaborare : seguono, fintano attacchi e se ne
vanno; inutile cambiare esche il risultato è sempre quello : Niente.!!!!
Ore dodici , sole a picco, caldo bestiale , sei o sette posti battuti, sette o otto
barracuda ma niente altro, sembra che il pesce pregiato sia in sciopero causa arrivo
ciclone; unica nota divertente : una Rubirubia poco più grande dell’esca (18 cm)
rimane allamata e durante il recupero vedo un barracuda avvicinarsi ; apro
l’archetto e la lascio al suo destino; la picua azzanna e parte , la lascio allontanare
e masticare tranquilla , dopo una ventina di metri la stoppo e ferro : presa!!! ;
offesissima salta fuori dall’acqua e si esibisce in voli spettacolari nemmeno fosse
un tarpon; una lotta discreta visto che al peso dichiarerà 14 chili.
L’accaduto mi stimola a provare un’altro tipo di pesca : visto che ci sono le
rubirubia in giro forse il vivo è la soluzione per la giornata no ; detto e fatto , con
un jig giallo catturo cinque o sei pescetti sui 20/25 cm che sbatto in un gavone
allagato, monto un finale a due ami per vivo e calo il tutto : nemmeno cinque
minuti e e il filo scorre e il pesce ferrato ; la scena si ripeterà per tutte le scorte ma
sempre e solo per i barracuda certo , di buona taglia, ma ormai stancano.
A peggiorare le cose un insulso barracuda di non più di 5 chili mi fa esplodere
letteralmente la canna in mille pezzi subito dopo la ferrata, d’accordo era vecchia ,
più di otto anni passati al calore Cubano e il sale e il sole l’avranno indebolita , ma
una canna tanto gloriosa con alle spalle una storia di tarpon da 30/40 chili non
meritava una fine simile , almeno fosse esplosa per una cubera maxi l’avrei capito
ma per una picua anemica non lo sopporto.
Ore due , si sta avvicinando un temporale, il mare monta e l’acqua ci raggiunge ;
in poco più di 10 minuti scarica in barca non meno di 15 centimetri di pioggia e
poi se ne va ; più rinfrescati continuiamo la pesca ; davanti a un promontorio ho
un aggancio duro : parte a razzo e sfila buoni trenta metri di filo, tende al fondo e
fa sperare in una cubera , dopo una decina di minuti non cede e non vuole saperne
di risalire, sono tranquillo e me la giostro paziente, ormai è agganciata e non ho
pauta di perderla , mai sicurezza fu tanto mal riposta , sparita ; recupero l’artificale
e ho la conferma della cubera : Yo Zury 18 cm arancione con pancia oro con uno
sfondamento da un cm da una parte e buco da mezzo centimetro dall’altra ,
inconfondibile segno di un dente di cubera .
Mentre smoccolo abbondantemente cambiando l’artificiale il lancero gira la barca
con l’intenzione di ripassare sul posto ; senza nessuna speranza filo la lenza e
mentre controllo la frizione un altro treno espesso parte alla grande quasi
bruciandomi la mano; questa volta non dura molto, poche decine di secondi e non
ho più niente in canna , recuperata l’esca anche questa mostra un buco di mezzo
centimetro in testa e due buchetti da 3 millimetri dal lato opposto segno certo di
cubera , niente sbreghi o tagli tipo barrucuda , forse era la sorella dell’altra ; inutile
riprovare non mangerà altro in quella zona.
La giornata continua senza storia fra barracuda , temporali e calore; tirando le
somme in barca ci sono 17 barracuda di buona e ottima taglia e un’altra decina
sono stati rilasciati perchè piccoli o facilmente slamabili; mentre la guida e il
lancero sfilettano i pesci che saranno regalati o venduti o scambiati per futuri
favori (è un problema loro) sfido gli elicotteri di combattimento e carico le
attrezzature in macchina , causa prossimo arrivo di Dennis le mie avventure di
pesca finiscono quì; questo giorno sarà ricordato da tutti come : “ EL DIA
DELLA PICUA “
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