L'ultima volta che c’ero andato avevo notato dei buceador con la schopeta che
passavano con carpe ed amur di taglie notevoli e la solita vox populi mormorava di
esemplari di 10 20 chili che gironzolavano allegramente nella Laguna della Leche , per
cui , anche se non è una pesca che faccio mi solleticava l’idea di provarci .
Prima della partenza passo nel solito negozio e faccio incetta di finali , piombi , boiles,
ferma boiles, ago e aromi vari, non ci capisco una mazza ma l’idea in generale ce l’ho;
fermandomi uno o due mesi so per esperienza che dopo un pò la pesca in mare
diventa troppo costosa , bass , tilapie e gatos stancano e non sarebbe male trovare
un’alternativa.
Come arrivo mando il mio giannizzero a prendere informazioni , ma sembra che
nessuno dei locali si dedichi alla pesca delle carpe e degli amur , solo i bucheador gli
tirano quando capita ma non è un pesce che piaccia, non alletta le papille gustative
come la trucia e , se preso, finisce a ingrassare i maiali come los gatos.
Comunque con qualche cerveza ai pescatori statali con rete e ai sub mi faccio un’idea
di quello che più o meno è presente , e , anche tenendo conto dell’esagerata fantasia
Cubana, i risultati mi stuzzicano; adesso necessita farsi una postazione fuori mano
dagli sparatutto o con la pasturazione mi attiro anche una nuvola di buceador
clandestini oltre che i pesci.
Conosco un posto che ho visto dalla barca qualche anno prima ma arrivarci sarà arduo,
la strada , se così vogliamo chiamarla, passa ad una trentina di metri e per arrivarci
bisogna infrattarsi tra piante ed arbusti spinosi, nonchè nell’ultimo pezzo farsi strada fra
le mangrovie; carico in macchina il giannizzero col suo vice : un ragazzino che
solitamente mi procura rane , vermi e manporro, una specie di vermone nero , duro
come il fil di ferro ma graditissimo ai Bass; controllo che abbiano i machete e si parte .
Come iniziano a cortar madera si sprigiona una nuvola di mosquitos ,bichos , hormigas
bravas e altre schifezze tutti molto interessati al sangre dulce di uno Yuma, per fortuna
che sono previdente ed ho Autan in confezione famiglia; dopo una mezz’oretta di taglio
, 12 litri di sudore e 3 di sangre arriviamo all’acqua , il problema è che pescare mezzo a
mollo o abbarbicato alle mangrovie non mi attira per niente , per cui altra sudata ed
altro lavoro per erigere una specie di piattaforma , ma finalmente l’opera di alta
ingenieria è ultimata, regge e ha posto per due , con 5 bei supporti per le canne.
Adesso arriva il problema più grande : recuperare la pastura , non è come da noi che
vai in un consorzio o in qualche negozio di pesca e ti compri il necessario, lì farina di
mais e granoturco non li vendono in nessun negozio o per lo meno, nell’unico che ha
del mais (quando c’è) lo vendono solo dietro autorizzazione statale ed ad uno Yuma
non lo danno di certo, per cui deve essere reperito nella Calle ; giro di ricognizione e
salta fuori che un guajiro ad una ventina di chilometri ha quanto ci serve; come
arriviamo subito un paio di perros malo cercano di soddisfare l’appetito con le mie
gambe, ma il coltivatore diretto li stoppa ed iniziano le contrattazioni: sembra che il mais
sia indispensabile alla sopravvivenza sua di tutta la sua famiglia sino alla settima futura
generazione , ma alla vista di un biglietto verde da 5 dollari cambia velocemente idea;
adesso sono felice possessore di 20 chili di farina e 20 di mais.
Per l’impastatura/cottura uso un baslotto gigante normalmente impiegato per il pastone
dei maiali con sotto un bel fuoco di legna, fumo, occhi che lacrimano, caldo da
schiattare ma finalmente il polentone è cotto, insaporito con additivo e le palle da lancio
preparate; programma di pasturazione : 5 giorni alla mattina , si incarica di farlo Delmo
prima di andare in panederia per quello che lui chiama lavoro : dalle quattro alle sette di
mattina o anche meno a controllare che il pane venga dato a chi di dovere e non
imboscato dai lavoranti.
E arriva il gran giorno : sette di mattina , zanzaroni a iosa sul vampirismo andante ,
cinque canne in acqua : due con ancoretta e polenta , una con le boiles, una col mais e
l’ultima col verme; nemmeno cinque minuti e tutte ballonzolano , tiracchiano o sfilano ,
alleluia!!! ci stanno dando; ferro una che sta correndo ma nulla, Delmo usa lo stesso
trattamento con un’altra ma il risultato è uguale; quella col verme parte e questa volta
aggancio , avrei dovuto immaginarlo : Tilapieeee!!!! Si sono ammassate in luogo
pastura e si sgranocchiano allegramente tutte le esche ; quella con la boil salticchia , si
agita e fa delle finte fughette ma nulla di definitivo.
Vista la situazione decido di mettere boiles su tutte le canne , altro modo di pesca non
ne vedo , come arriva l’esca in acqua le tilapie la spolpano, solo le boiles resistono pr
un pò, oltretutto non ne ho portate molte , solo un sacchetto e non dureranno a lungo.
Dopo un tre ore di stress per i continui movimenti dei vettini senza un nulla di fatto
decido di smettere e di provare la notte , magari le tilapie se ne vanno a nanna.
Arriviamo prima del buio altrimenti corriamo il rischio di romperci qualche arto , come la
luce sparisce arrivano i mosquitos e nonostante l’autan beccano attraverso i vestiti , ci
spruzziamo come delle baldracche che vanno al lavoro e iniziamo a pescare ; nulla, la
situazione non cambia le tilapie scippano le esche; al verme ho una speranza presto
delusa: il trattorino che ho attaccato non è ne una carpa ne un amur ma un gattaccio
malefico ; due ore e non ne posso più e il mio compagno autoctono è altrettanto
aburrido, fra bestemmie , inciampi , graffi , impigli si torna alla macchina ; durante il
ritorno si discute sul da farsi ; il posto è pasturato quindi , secondo la mentalità cubana
nulla deve essere sprecato, domani si cambia musica !!! Los poercos hanno sempre
hambre per cui tilapie e gatos come se piovesse.
All’alba siamo sul posto , due canne a fondo con rane a caccia di gatti e le due altre
con amino piccolo e verme in mano per tilapie, queste se non le ferri subito appena
toccano non le becchi più; e inizia la giosta !!!!! Una dietro l’altra , qualcuna anche di
taglia notevole sul mezzo chilo , ogni tanto la mattanza si interrompe con il tirone di
qualche gatto e un pò di lotta ravviva l’ambiente; ad un certo punto Delmo sbraita che
quello che ha attaccato non è un gatto e la cosa si fa interessante, infatti la lucia non è
la classica del gattone ma si pianta sul fondo e dà testate; dopo qualche minuto lo
tiriamo in secca : un bell’amur sui 5-6 chili , l’unica preda decente del mio esperimento.
Verso le 11 abbiamo fatto due sacchi e sono stanco e stufo, i maiali saranno soddisfatti
per cui a casa.
All’arrivo la duena della casa si impadronisce di quattro o cinque tilapie di buona stazza
e promette filettini impanati da leccarsi le dita ; non sono mica convinto ma abbozzo;
butta del riso nella batidora e lo polverizza , sbatte due uova mentre Delmo sfiletta il
pesce , poi procede all’impanatura; mentre mi doccio e mi limpio, le catture vengono
cucinate; non credevo possibile che dei pesciacci potessero essere tanto deliziosi,
innaffiati di birra e con qualche bicchierino di rum insieme al caffè mi sono sembati
persino migliori dei persici .
La pesca alla carpa in quel di Cuba non ha avuto l’esito sperato e non sarà mai più
ripetuta.
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