La ninfa a vista è una delle mie tecniche preferite.
È assimilabile alla pesca a mosca secca sul pesce in attività e l'abboccata si può seguire in diretta proprio come quando si vede distintamente la nostra preda salire e bollare sulla nostra imitazione.
In questo caso la nostra azione si svolgerà sotto la superficie dell'acqua, ma sarà possibile seguire con i nostri occhi tutte le fasi della cattura.
Purtroppo non sempre si verificano le condizioni ideali per la pesca a ninfa a vista in quanto è necessario che l'acqua sia limpida e che vi siano pesci in attività a mezz'acqua o sul fondo.
L'ambiente ideale per applicare la ninfa a vista sono i corsi d'acqua di risorgiva (i cosiddetti “chalk stream”) dove la temperatura dell'acqua, pressochè costante tutto l'anno, consente lo sviluppo della vegetazione acquatica e l'abbondante presenza di insetti in schiusa e di ninfe permette al pesce di reperire senza troppa difficoltà tutto il nutrimento necessario a portata di pinne.
Nelle risorgive potremo quindi spesso notare i nostri amici pesci spostarsi a mezz'acqua, sul fondo o appena sotto ilpelo dell'acqua intenti a pasteggiare sulle ninfe trasportate dalla corrente attraverso i filari di alghe.
Il comportamento di un pesce che sta ninfando è inequivocabile: lo vedremo nuotare spostandosi leggermente a destra e sinistra in orizzontale, talvolta si lascerà trasportare a valle dalla corrente per poi risalire, altre volte lo vedremo nuotare in diagonale o in verticale rincorrendo le ninfe e spesso potremo notare i riflessi della livrea o il bianco della bocca mentre apre le mascelle per catturare e masticare le ninfe.
In alcune situazioni potremmo anche vedere il pesce a pochi centimetri dalla superficie intento a nutrirsi di ninfe con un movimento simile ad un "delfino": romperà la superficie dell'acqua cin la schiena o con la coda mentre con la testa resterà sempre sott'acqua per ghermire le ninfe che stanno nuotando sotto il pelo dell'acqua.
Se notiamo un pesce in attività possiamo tentare la sua cattura a ninfa a vista.
Sarebbe bene non fare accorgere il pesce della nostra presenza, stando leggermente inginocchiati o nascondendoci dietro qualche riparo naturale, anche se mi è capitato, soprattutto in risorgiva, di vedere (e catturare ) alcune trote che continuavano a ninfare tranquillamente anche se si stava in piedi di fronte a loro.
La tecnica consiste nel lanciare la nostra ninfa più o meno piombata a monte della posizione della nostra preda prescelta e attendere che la corrente la porti a tiro del pesce ferrando nel momento in cui questo, con uno dei movimenti descritti sopra, darà l'impressione di averla attaccata.
Spiegandolo così può sembrare facile, ma in realtà la ninfa a vista è tutt'altro che semplice da applicare correttamente.
Le variabili da tenere in considerazione per la buona riuscita della nostra azione sono:
– la profondità si trova il pesce
– la forza della corrente
– il peso e le dimensioni della nostra ninfa
– il diametro del nostro finale
E' necessario farsi un'idea precisa della profondità a cui si trova la nostra preda, cosa che non è sempre agevole perchè nei corsi d'acqua molto limpidi possiamo essere tratti in inganno e credere che il pesce che vediamo si trovi a una profondità minore di quanto non sia, con il conseguente errore di presentare la ninfa troppo in superficie senza interessarlo.
Bisogna tenere conto poi della forza della corrente nella linea immaginaria in cui si trova il pesce perchè dovremo effettuare il lancio per far sì che la ninfa arrivi in modo naturale all'altezza del nostro pinnuto.
Nei testi sacri della pesca a mosca suggeriscono di non lanciare esattamente sulla traiettoria del muso del pesce che sta ninfando, ma circa mezzo metro a destra o a sinistra, logicamente a monte ("upstream") dello stesso.
Per questo il peso e la dimensione della nostra ninfa dovrà essere valutato congiuntamente alla forza della corrente ed alla profondità da raggiungere.
Chiaramente vale la regola: più la nostra ninfa sarà “leggera” e più dovremo lanciare a monte del pesce per permetterle di raggiungere correttamente la profondità necessaria.
Per aiutare l'affondamento della ninfa e il suo derivare in modo naturale verso il pesce (il cosiddetto “dead drift”) può essere necessario adottare un finale piuttosto lungo e tenerlo leggermente sollevato dall'acqua o eseguire qualche “mending” ribaltando la coda in modo che la ninfa non venga trascinata in maniera innaturale dalle correnti (si tratta di una specie di dragaggio).
L'abboccata
L'abboccata si potrà manifestare sostanzialmente in due momenti:
1) l'abboccata in deriva: il pesce ghermisce la ninfa nel suo percorso verso valle. Spesso si può notare come il pesce si sposti in diagonale sulla linea della nostra ninfa e poi una volta raggiunta tale posizione si limiti ad aprire la bocca da fermo. Questo sarà il momento di ferrare.
2) L'abboccata a fine deriva: quando la ninfa inizia a sollevarsi perchè il nostro finale inizia a dragare (quando cioè la coda e poi il finale inizia ad essere messa in tensione dalla corrente) il pesce attirato dal movimento a risalire dell'esca la addenta. Il movimento a risalire può anche essere indotto volontariamente da un nostro colpo in alto del vettino della canna o da una strippata della coda, azioni che faranno compiere alla ninfa un movimento di scatto che interesserà sicuramente la nostra preda (il cosidetto “induced take” descitto da uno dei padri della pesca a ninfa il mitico Frank Sawyer)
La ferrata basandosi sul contatto visivo con il pesce, dovrà essere fulminea quando avremo la sensazione che esso abbia ghermito la nostra ninfa. Potrà succedere quindi di effettuare qualche ferrata a vuoto perchè tratti in inganno da uno scarto laterale del pesce o da un suo movimento sospetto. Ma se non siamo stati troppo maldestri e non abbiamo fatto troppa confusione non sarà un grosso problema.
L'attrezzatura
Non vi è un'attrezzatura particolare per pescare a ninfa a vista. A seconda degli ambienti in cui ci troveremo a pescare potremo adattarci usando la stessa canna e coda che stiamo usando per pescare a mosca secca.
Una canna leggermente più lunga di quella che usiamo a secca e con un'azione morbida forse ci potrebbe avvantaggiare nella gestione della deriva del finale e nel recupero del pesce con finali sottili.
Una volta fatto nostro il meccanismo di questa tecnica comunque in caso di necessità potremo pescare tranquillamente anche con un 7 piedi e 6...
Importanti invece sono gli occhiali polarizzanti che ci consentiranno di avere una perfetta visibilità di quanto succede sotto la superficie dell'acqua dal momento che è richiesta una concentrazione assoluta per scegliere il tempo della ferrata sulla base dei movimenti del pesce.
Generalmente nella ninfa a vista non è necessario l'uso dello strike indicator, però se può aiutarci può essere utile inserire uno spezzone di nylon colorato di una ventina di cm sul finale in modo da individuare subito dove si trova e dove sta lavorando la nostra esca.
Molto importante e anche avere una serie di ninfe di diverso peso per singolo tipo e misura in modo da riuscire a coprire il maggior numero di situazioni, dalla buca profonda un metro e mezzo alla piana di 50 cm.
Un ultimo appunto riguardo l'affondabilità delle nostre ninfe:
– ninfe con una silouette esile affonderanno più velocemente di ninfe “grosse” e pelose con molto dubbing
– un finale sottile agevolerà la discesa delle ninfe verso il fondo ed una presentazione piùmorbida delle stesse
Spero di aver comunicato con questo piccolo scritto la mia passione per la pesca a ninfa a vista, che non ha niente da invidiare alla pesca a secca in schiusa.
A ninfa a vista si possono catturare praticamente tutti i pesci che si riescono a vedere: trote e temoli in primis, ma anche cavedani, barbi e quant'altre specie popolano i nostri fiumi e riali.
Non vi resta che trovare qualche corso d'acqua grande o piccolo che sia dove sia possibile avvistarei nostri amici pesci e tentare la loro cattura con questa affascinante ed emozionante tecnica!
carlo alberto
Testo, foto e filmati sono tutti realizzati da carlo alberto