LA SCELTA DELLA CANNA
Prima di acquistare una canna, bisogna porsi una domanda: quali saranno le acque che andrò a frequentare? Non ha senso comprare una canna potente da 3,5 libbre per pescare in canaletti o in cave, o pensare di poter affrontare fiumi di grossa portata con una 2,5lb! ! Bisogna cercare un compromesso tra vantaggi tecnici e goduria nel combattimento. Io non capisco quei pescatori che comprano 3,4,5 canne identiche abbinate ad identici mulinelli (che ti fanno sentire così "professionale")per usarle poi per pescare negli spot più svariati. Non ha senso, perché disporre di canne con caratteristiche diverse, consente di essere più flessibili, e di poter affrontare anche spot completamente differenti tra loro.
2,5 lb
Ne possiedo due. E’ molto raro trovare carpisti che usano canne così “leggere”. Non che con queste canne non si possano portare a guadino pescioni, anzi, il combattimento è molto più divertente con delle canne così morbide. Le consiglio ai pescatori che pescano in ambienti medio-piccoli (possibilmente poveri di grossi ostacoli) come piccoli canali o piccole cave. Io le uso per pescare in fiumi di piccole dimensioni, e devo dirvi che il divertimento è assicurato!
2,75 lb
Ne possiedo una. Vale il discorso fatto per le 2,5 lb, ma con un pizzico di potenza in più, il che non guasta se siamo costretti a dover usare zavorre più pesanti.
3 lb
Può essere il compromesso che fa per noi: una canna “polivalente”, che ci consente di affrontare gli ambienti più diversi.
Sopra le 3,25 lb
Sono preferibili in fiumi con forte corrente, nei grandi laghi o nel caso si debbano lanciare pesi anche di 300gr, magari assieme a sacchetti di pva o stringer.
Per quanto riguarda la lunghezza, credo che sia una cosa soggettiva, cioè che la scelta di una canna (12 o 13 ft) debba essere rapportata all’altezza del pescatore, e quindi alla lunghezza del suo braccio. In barca invece risultano più comode le 10 o 11 ft (fino alle 9 ft).
LA SCELTA DEL MULINELLO
I mulinelli dovranno essere molto robusti e la capienza dovrà essere proporzionata allo spot in cui andremo a pescare: taglia 4000 per un carpfishing leggero (canali, piccole cave), taglia 6000-8000 per un carpfishing medio e medio-pesante, taglia 10000 e oltre per la pesca a lunga distanza (long range). Mentre i mulinelli a bobina stretta saranno indicati per una pesca a breve distanza, quelli a bobina larga troveranno il loro impiego nella pesca a lunga distanza (proprio perchè durante il lancio uscirà una maggiore quantità di filo).
Possiamo distinguere due tipi di mulinello per il carpfishing:
- a bobina fissa: mulinello classico, una volta lanciato si posizione la canna sul rod pod o sul picchetto, si apre la frizione in modo da permettere alla carpa di fare la cosiddetta “partenza” senza trascinarci in acqua la canna; per ferrare, bisogna mettere una mano sulla bobina in modo da bloccare la fuoriuscita del filo, dopodiché si procede alla regolazione della frizione per il combattimento;
- a bobina libera (baitrunner): per mezzo di una leva si sblocca la bobina, in modo che durante la partenza della carpa il filo fuoriesca liberamente, mentre quando il carpista procede alla ferrata gli basta un solo giro di mulinello per ribloccare la bobina ed essere immediatamente pronto al combattimento, utilizzando la normale frizione (che sarà stata preventivamente regolata)
LA SCELTA DELLA LENZA: NYLON O TRECCIA?
Nella scelta della lenza madre, non si può dire in assoluto se sia meglio usare il nylon o la treccia.
NYLON
Vantaggi
Economicità
Ottima resistenza all’abrasione su fondali rocciosi (con diametri abbondanti però!)
La sua superficie liscia non sega gli ostacoli tendendo a impigliarsi sugli ostacoli, e difficilmente trattiene i detriti portati a valle dalla corrente
Svantaggi
Memoria
Breve durata (sole, acqua, logorio causato dalle varie catture)
Elasticità (difficoltà nell’impedire la fuga della carpe verso gli ostacoli, ritardo del suono dell’avvisatore e della ferrata se si pesca a long range) – tuttavia il nylon perdona certi errori in fase di lancio e di combattimento!
TRECCIA
Vantaggi
Assenza di memoria
Durata molto lunga
Capacità di recidere le alghe durante il combattimento
Mancanza di elasticità (se si chiude bene la frizione, la carpa non può fare nemmeno un metro durante la partenza, cosa necessaria se si pesca a ridosso di ostacoli)
Carico di rottura molto maggiore rispetto al nylon (possibilità di pescare con diametri molto sottili)
Svantaggi
Costo elevato
Elevato rischio di rottura per sfregamento su fondali rocciosi
Possibilità di accumulo di detriti sulla lenza, che spesso s’incastrano sull’anello del cimino
ROD POD, SWINGER E AVVISATORI
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ROD POD vs PICCHETTI
Quando si pesca su sponde rocciose, cementate, di legno o su terreni duri, è indispensabile l’utilizzo del rop pod. In moltissimi altri casi, tuttavia, utilizzare dei semplici picchetti ci porta allo stesso risultato, col vantaggio che questi sono più leggeri da trasportare e indubbiamente più economici, e inoltre ci permettono di tenere le canne distanti tra loro. Spesso si utilizza il rod pod esclusivamente per un fattore estetico, perché così agli occhi nostri (ma soprattutto degli altri!!!) sembriamo molto più professionali.
In questo orrendo esempio (mi scuso per la mia scarsa abilità a disegnare con Paint) ho raffigurato il mio modo di utilizzare i picchetti: uno su cui vado a innestare l’avvisatore, e uno su cui appoggiare il manico della canna, per una maggiore stabilità.
IL MATERASSINO
Per molti pescatori il materassino rappresenta un acquisto secondario, spesso lo si compra solo dopo un certo numero di pescate. All’inizio le carpe le maltrattiamo, le lasciamo “impanare” sulle rive del fiume. Ma per salvaguardare l’incolumità delle nostre amiche il materassino è invece un attrezzo indispensabile. Ci permette di slamarle, pesarle e rilasciarle in tutta sicurezza.
Personalmente ritengo un materassino di questa forma estremamente comodo e sicuro:
La forma a “barchetta”, gli alti bordi e la chiusura superiore impediscono al pesce di fuoriuscire.
Naturalmente anche la foto di rito dovrà essere effettuata tenendo sempre il pesce qualche decina di centimetri sopra il materassino, per sicurezza.
IL GUADINO
In commercio possiamo trovare guadino telescopici, spesso non molto capienti ma poco ingombranti:
e guadini dotati di manico e testa separati, più ingombranti, ma molto capienti:
Il manico di questi guadini si può utilizzare anche per innestarci il cucchiaione, accessorio utilissimo per il lancio del mais da pastura.
BACK LEADS
Perché utilizzare i piombi tendilenza (o affondafilo)?
Per una serie di motivi:
- per poter pescare in presenza di forte corrente senza il problema fastidioso dello spostamento del peso causato dalla corrente (fin dai primi secondi dopo il lancio la lenza comincia a formare una “pancia”, che rende instabile il piombo e ritarda l’immediatezza della ferrata) e dai detriti che potrebbero fermarsi sulla stessa;
- per evitare che i pesci possano sfiorare un filo teso a mezz’acqua;
- per evitare che, in seguito a una partenza, la carpa allamata possa creare grovigli con i fili delle altre canne;
- per evitare di essere agganciati da altri pescatori (ad esempio dagli spinnofili).
Quando vanno usati?
Naturalmente vanno usati in fiume, soprattutto in presenza di corrente sostenuta. Tuttavia, sono molto utili a mio avviso anche in acque ferme. Anche in piccoli canali, dal momento che una lenza ben distesa sul fondo evita che i pesci possano toccare il filo.
Quando non vanno usati?
Non vanno usati in presenza di ostacoli nel sottoriva (quando peschiamo a marginal fishing) e sul fondale (legni, radici, sassi, grosse rocce) perché i tendilenza possono essere indubbiamente fonte di incagli. Riuscire a disincagliarli diventa poi un’impresa, e personalmente ho perso più di qualche montatura a causa loro.
Come vanno usati?
Vanno applicati alla lenza subito dopo il lancio: è fondamentale essere rapidissimi nella loro applicazione, per ridurre al minimo la formazione della “pancia”. Per tenere ben distesa la lenza sul fondo, spesso ne applico più di uno, nella misura di 10, 20 o 30 gr, in relazione alla corrente. Ad esempio ne inserisco uno, alzo la canna verso l’alto per far scorrere il tendilenza verso il fondale, poi riabbasso la canna, ne infilo un altro uguale e ripeto l’operazione, in modo che quest’ultimo si fermi appena sotto la punta della canna, nel sottoriva. In questo modo il cimino della canna e il filo creano un angolo di 90°.
Se stiamo pescando a long range in lago, le cose cambiano. Per poter distendere i numerosi metri di lenza sul fondale, soprattutto se stiamo usando la treccia (che sostanzialmente galleggia), bisognerà applicare due o più affondafili di buona grammatura, il primo distante qualche decina di metri dalla canna, e gli altri distanti anche un centinaio di metri l’uno dall’altro.
Io ho imparato a crearmeli. Utilizzo un sasso, lo avvolgo nel filo di ferro gommato e lo collego alla lenza con un gancetto utilizzato per appendere le tende. Io li trovo dal ferramenta, ma in alternativa si può usare una graffetta.
LO STUDIO DEL FONDALE
Video di Roperto Ripamonti