Vorrei fare alcune considerazioni (scusate se non ho la foto ma mi sono appena registrato)
Uno sbarramento a monte esiste, altrimenti sarebbero risaliti di più di 7/8 km.... E anche in periodi di piena rimane comunque un bel saltino....se ad oggi non è ancora stato superato mi fa immaginare che se l uomo non ci mette le mani il siluro non dovrebbe superarlo nemmeno in futuro visto che le condizioni del fiume subito a monte e subito a valle dello sbarramento sono le medesime per colore dell acqua, inquinamento ecc....
Mi domandavo poi come mai non si propongono mai delle misure contenitive e nei confronti di, Amur, brem gardon, barbo europeo, carassi, pseudorasbora e pesce gatto ( di cui per quest ultimo la carta ittica consente anche l immissione,) che sono in diretta competizione alimentare con pesci autoctoni come il cavedano la tinca e l alborella, se l'ambiente è degradato anche loro hanno un impatto sui poveri pesci autoctoni... Per non parlare poi di aspi e luccioperca e bass... Gli alloctoni in certi ambienti, anche a verona superano l'80% delle specie presenti in certi tratti...non credo che la loro eliminazione fisica sia la soluzione al momento...
Perché il siluro si e gli altri alloctoni no?
Ci sono studi che dimostrano scientificamente che l impatto del siluro sia maggiore di quello di tutte le altre specie alloctone messe assieme ??
Anche misure spot di prelievo di siluri lasciano il tempo che trovano secondo me in una regione vasta come la bassa pianura in cui tutti i canali sono più o meno collegati. Il discorso dovrebbe essere fatto in modo molto più ampio e in una logica di sistema.
Lo spot in questione con acqua marrone non è propriamente un ambiente adatto al luccio e al persico e con questo il siluro non c'entra nulla.... Se ci sono dei soldi da spendere a mio avviso non andrebbero spesi per togliere fisicamente il siluro (e gli altri alloctoni dalle acque) se non in certe situazioni tipo mi viene in mente Fimon che come ambiente chiuso bene si prestava a prelievi di materiale alloctono.... Gli interventi devono andare nella direzione di riqualificazione fluviale, ossia i fiumi da canali che son diventati devono tornare ad avere delle curve, delle zone a velocità di corrente variabili, va allargato il letto del fiume, vanno piantati delle piante sulle rive con lo scopo di filtrare le sostanze nutritive che dai campi vanno al fiume, va diminuito o fermato lo sfalcio indiscriminato di alghe che spesso e volentieri con i canneti sono indispensabili per la frega degli avvannotti....
Solo dopo sarebbe da parlare di eradicazione di pesci alloctoni e quindi reintroduzione di materiale autoctono, allo stato attuale a mio modesto modo di vedere sarebbe quasi più uno speco di risorse da destinare magari alla riqualificazione....
Però la riqualificazione pone una serie di problemi perché contrasta con alcuni interessi, siamo sicuri che il contadino sia disposto a perdere un pezzo di campo perché li il fiume deve fare una curva oppure perché andrebbe piantata una fascia boschiva riparia???
Siamo sicuri che per il consorzio di bonifica non sia più semplice ed economico sfasciare tutto piuttosto che far interventi mirati??
Siamo sicuri che il comune intenda spendere risorse per far funzionare bene il depuratore anche quando piove o è più facile scaricare direttamente sul fiume??
Recentemente ho visto un video interessante dell ente federale svizzero per la rinaturalizzazione dei corsi d acqua, con interviste ad alcuni contadini che hanno ammesso che all inizio parecchi di loro erano contrari perché perdevano qualche metro di campo da coltivare, solo ad opera finita si sono resi conto che il loro metro di terreno valeva bene il ritorno ad un ecosistema integro....
Gli interessi in gioco secondo me non sono pochi, servirebbe una visione di progetto e lungimirante più che singoli interventi spot...
Questo è il mio parere, poi liberi di dissentire