A tutti sarà capitato o capiterà prima o poi di incappare in qualche specie che presenta dei rischi e credo sia utile sapere in anticipo come
comportarsi
Direi di iniziare da lei, tanto ricercata dagli amanti della zuppa e tanto odiata per il suo veleno... la Tracina!!!
Tracina (Drago, Ragno, Vipera...)
Nomi dialettali:
varagno
ragno
ragna
dragena
varagnolo
ragno tigrato
ragnolo
parasàula
tracena
antracina
mustazzola
DESCRIZIONE: la tracina è un pesce dal corpo allungato e compresso lateralmente; la mandibola è prominente, gli occhi sono ravvicinati tra loro e spostati verso l’alto.
L’opercolo è fornito di una robusta e lunga spina velenifera. Possiede due spine dorsali: la prima, più piccola, è nera e fornita di 6 raggi spinosi veleniferi; la seconda è molto più lunga, quasi quanto la pinna ventrale. Il dorso è bruno-verdastro, i fianchi sono bianco giallognoli e presenta numerose linee oblique brune, nere alternate con altre blu e gialle sottili; il ventre è biancastro.
Può raggiungere i 40 cm di lunghezza e i 700-800 grammi di peso; più di frequente è sui 20-25 cm. La riproduzione avviene in primavera-estate e la maturità sessuale è raggiunta dopo i primi tre anni di età.
La tracina drago si nutre di piccoli invertebrati, soprattutto crostacei, e di piccoli pesci.
Esistono altre tre specie di tracine, 2 di dimensioni leggermente maggiori, dotate ugualmente di spine velenose: la tracina raggiata (Tracinus radiatus) con due creste ossee sul capo, e la tracina ragno (Trachinus araneus) priva di questo carattere (come la specie in questione) con delle macchie scure sui fianchi. Una specie conosciuta a molti è la tracina vipera (Echiichthys vipera), giallastra e di piccole dimensioni, al massimo 15 cm, senza spinette sul capo, che si trova spesso in fondi sabbiosi litorali e costieri poco profondi e che provoca ai bagnanti punture dolorose inaspettate.
HABITAT: la tracina vive su fondali sabbiosi o ghiaiosi lungo la costa fino a 300 m di profondità; più comune da 5 a 10 m in estate, mentre in inverno migra in acque più profonde.
Rimane quasi sempre infossata, lasciando sporgere soltanto gli occhi e la prima pinna dorsale, in attesa di gamberi e piccoli pesci, che afferra scattando fulmineamente in avanti con forti colpi di coda; subito dopo si insabbia nuovamente. La prima pinna dorsale nera è spesso rivolta in alto, probabilmente per scoraggiare i possibili aggressori.È molto diffusa lungo tutte le coste italiane, in particolare in Alto Adriatico; oltre al Mediterraneo, è comune in Mar Nero, e in Oceano Atlantico.
ATTENZIONE
Come riportato precedentemente la tracina possiede delle spine velenifere. Tale veleno è causa di forti dolori e in casi particolari, legati anche allo stato di salute del soggetto, può causare nausea, vomito, nonché tremore e svenimento. Se si ha la sfortuna di esser punti bisogna innanzitutto comprimere la zona della puntura per favorire la fuoriuscita del veleno. Successivamente va disinfettata la zona colpita controllando anche l’eventuale presenza di frammenti di aculei sottopelle. E’ importante anche mantenere la calma, cercare di stare a riposo curando l’idratazione (da evitare però acqua troppo fredda).
Come nel caso anche di altri veleni, quello della tracina è “termolabile”. Ciò significa che è utile tenere a contatto la parte colpita con qualcosa di caldo, è preferibile immergere la parte colpita in acqua salata calda, fino alla massima temperatura tollerata, per almeno 45 minuti. Eventualmente anche la sabbia bollente può andar bene (nel mio caso appoggiai il piede su di una lamiera arroventata dal sole).
Talvolta si avverte anche una certa perdita di sensibilità nella zona colpita. Il dolore in genere inizia a scemare dopo un’ora, ma può anche protrarsi per più tempo, anche a seconda delle dimensioni dell’animale, della quantità di veleno iniettata e del soggetto colpito. Nel caso mal si tolleri il dolore può esser d’aiuto l’utilizzo di una pomata antistaminica.
E’ consigliato recarsi presso la guardia medica (solitamente nelle località balnerari c’è sempre un presidio nelle vicinanze), dove un dottore può prescrivere degli antidolorifici ed eventualmente un’iniezione antitetanica.
In definitiva credo sia superfluo sottolineare di prestare molta attenzione soprattutto nel caso la si debba slamare. Utilizzare un panno spesso e cercare di tenersi lontani dalle spine. Eventualmente se il pesce è di dimensioni importanti e non si vuole rischiare, si può tagliare il filo in prossimità dell'amo che sarà poi disciolto dai succhi presenti nella bocca del pesce.
Fonti:
Questo post è stato modificato da Dimi-Bs: 04 July 2011 - 19:23 PM