Alla lenta ci si arriva partendo da Roma in direzione di Bracciano.
Superato il paese, proseguendo sulla Braccianese-Claudia per circa 7 km si giunge a Manziana.
Al semaforo (l'unico del paese) si gira a sinistra in direzione Tolfa.
Dopo circa 15 km, superate le terme di Stigliano, costeggiando il fiume Mignone, si arriva al ponte che attraversa la Lenta appena prima di immettersi appunto nel Mignone.
Con un po' di attenzione si può comodamente posteggiare la macchina a bordo strada, appena prima del ponte.
Si scende al fiume (consiglio la riva sinistra) e si è subito in zona di pesca!
Le specie presenti sono quasi esclusivamente ciprinidi, qualche anguilla (anche di taglia) e, in occasioni di devastanti ripopolamenti in occasione dell'apertura (dirò in seguito la mia opinione), qualche iridea, che scampata alla mattanza sul Mignone, riesce a risalire la Lenta.
La portata è ridotta, ma costante tutto l'anno.
Risalendo il torrente, si alternano ampie stanche di corrente a tratti più stretti e con corrente più rapida.
Sono praticabili tutte le tecniche di pesca. Qualche anno fa avevano anche riservato il primo km del torrente alla pesca a mosca. Personalmente alterno la passata con bolognese e bigattino a qualche lancio a spinning, preferendo rotanti di piccolissime dimensioni.
Sono presenti cavedani e barbi di notevoli dimensioni. Tutti peró sanno "leggere e scrivere". Se tuttavia sapremo rispettare la silenziosità del luogo, difficilmente rimarremo senza emozioni!
Si può risalire per circa 7-8 km, poi la portata diventa eccessivamente ridotta.
Il fiume scorre tutto nella provincia di Roma ed è sufficiente la sola licenza di tipo B per praticare la pesca.
Onestamente sono stato combattuto ad aprire questo tread, non tanto per la paura di "svelare" un segreto ... di pulcinella (è già stato scritto tanto su questo spot), quanto per paura di rovinare il magico silenzio di questi luoghi.
La Lenta scorre tra i monti della Tolfa, patria del popolo etrusco. Innumerevoli sono i siti archeologici in zona. È una delle regioni a minor densità di popolazione per km2 in Italia.
La macchia mediterranea la fa da padrona. Boschi di cerro si alternano ad ampi prati in cui pascolano brade "succulenti" maremmane.
La Lenta si deve rispettare e il rispetto (e qui veniamo al motivo per cui posto questo itinerario) viene dalla conoscenza. Se vi ci avventurerete spero che ve ne innamoriate come è stato per me.
Personalmente rilascio ogni pesce pescato e vi invito a fare altrettanto (un'alta pressione venatoria non è certo compatibile con le modeste dimensioni del sito), ma condivido il desiderio di chi magari vuole mangiarsi il suo trofeo. Siate pochi peró!
La Lenta è anche un'incredibile nursery. Proprio in questi giorni, concluso il ciclo riproduttivo di barbi e cavedani, è possibile vedere l'enorme quantità di avannotti. Sono convinto che, se nel Mignone è ancora possibile qualche cattura, per il medio e basso corso gran parte lo si debba alla Lenta.
Torniamo ora ai famigerati ripopolamenti con iridee. Il mignone non è fiume da salmonidi. Forse solo il primo tratto, dove alcuni locali sostengono essere presenti rarissime e segretissime fario, risponde a tali caratteristiche. La qualità dell'acqua (Lenta) non è delle peggiori, ma rimane il sospetto che la grande quantità di bovini che pascolano, non giovi alle qualità organolettiche. Per quanto non inquinata, se fossi nei panni di una trota, preferirei cambiare ... acqua!
Le immissioni, che tanto giovano ai cannisti d'apertura, devastano un equilibrio delicatissimo. Schivando un rotante e un minnow, le nostre iridee di immissione, pur storcendo il naso per la scarsa ossigenazione, si ritrovano a inseguire e divorare le nuove generazioni di ciprinidi.
Non mi è mai capitato, ma se abboccasse una trota (non parlo di fario ovviamente), sarebbe l'unica occasione in cui porterei a casa il pescato.
Nella speranza di incontrarvi sulle sponde, torno a scongiurarvi di difendere questo posto stupendo.
Questo post è stato modificato da Pescadur: 25 February 2015 - 16:30 PM