Visto che qualcuno ha aperto un post sui luoghi di pesca da sogno posto un racconto di una mia uscita in Irlanda; in origine era in due parti, ma l'ho riunito per comodità ; srà un pò lungo per cui dotatevi di birra e salatini e buona lettura.
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Si sa che noi pescatori siamo capaci di inventarci le cose più folli per riuscire ad andare
a pesca dove vogliamo; era da un pò che accarezzavo l’idea di farmi una settimana in
Irlanda in barca ma non sapevo come presentare la cosa alla moglie ; lampo di genio :
a Maggio sarebbe stato il suo compeanno ; non sarebbe sato un regalo meraviglioso
offrirgli un viaggetto nel verde paese? Ovvio che mi sarei ben guardato di spiegargli in
anticipo che il tutto si sarebbe svolto in barca, la temperatura un pò freddina , avrebbe
piovuto minimo tre volte al giorno e io sarei stato a pesca luce natural durante.
Entusiasmo della consorte , l’idea della barca sul fiume le piace , ama l’inglese ed è
curiosa della vita dei pub e della mitica Irlanda; presto fatto , prenotazione al volo :
arrivo a Dublino , transfert a Shannon, barca 11 metri con riscaldamento , bagno doccia
con acqua calda e fredda, cucina e salotto; tender di tre metri con motorino; giro veloce
nei negozi per reperire le ultime cose di pesca , ribobinatura dei tre mulinelli che
porterò, saturazione valige, e imballo quattro canne nel tubo : sono pronto .
Il viaggio , volo e trasferta a Shannon sono per me senza storia , ma per la moglie è un
continuo fastidioso cinquettio : quarda questo , quarda quello , che carino, i tetti di
paglia, le finistre che sembrano mini serre, i colori dei prati , le vaccherelle al pascolo,
insomma du palleeee !!!
Finalmente arriviamo all’imbardadero ; l’incaricato ci fa sedere insieme ad altri quattro o
cinque equipaggi di varie nazionalità e inizia a spiegare la navigazione , le regole di
navigazione e di pesca , il fiume , le chiuse, la barca , il tutto in un inglese impeccabile
di cui io non capisco una parola ; grazie al cielo la presenza della moglie, anglofana
perfetta, risolve questo problema ; non ho difficoltà a condurre una barca in mare o in
lago , ma su un fiume è la prima volta e la massa di informazioni, passate in nemmeno
un’ora e mal capite non è che servano molto.
Tutti a bordo , l’istruttore vuole farci un esamino/scuola guida : partenza, si deve
seguire le palette verdi o si lascia il fondo ai pesci, e prova di riormeggio; come mollo le
cime la corrente mi porta fuori la prua, e io che stavo già sterzando in fuori mi ritrovo
con la barca posta di traverso al fiume ; prima lezione : per staccarsi sterzare
leggermente contro la banchina , la corrente farà il resto e metterà in linea giusta la
barca per l’allontanamento; per la navigazione nessun problema , ma l’attracco è
un’altra storia ; il xxx non mi dà istruzioni , sicuro che io abbia capito quello che ha
detto in aula : risultato? Provo un attracco in favore di corrente e la poppa se ne va
per conto suo con la corrente ; seconda lezione imparata : sempre procedere
all’attracco controcorrente , gettare da prua la cima su una bitta e la corrente farà il
resto; OK !!!!! l’autorizzazione a navigare è concessa .
Controllo generale che tutto sia a bordo , riscaldamento acceso , cartina alla mano ,
stipaggio viveri ordinati per telefono, pieno benzina e viaaaa !!!! Per la verità devo
confessare che non sono molto tranquillo : abbandonato a me stesso su una barca
sconosciuta su un fiume altrettanto ignoto col solo aiuto di una moglie che non ha ben
capito cosa è un comandante : prima ubbidisci , esegui e poi eventualmente discuti ,
tutto il contrario di quello che è abituata a fare ; prevedo che prima che lei abbia capito
la necessità di eseguire un ordine senza discutere saremo già a mollo.
Ormai sono le tre passate per cui decidiamo di percorrere pochi chilometri e ancorarci
un un’ansa poco prima di una chiusa che affronteremo la mattina dopo; navigazione
tranquilla , poche barche in circolazione e ormeggio perfetto; regalo di Maggio c’è luce
sino alle dieci , per cui via con la barchetta e cannetta per i primi lanci mentre la moglie
provvede alla sistemazione della nuova casa e a rimettere ordine nel caos che ho
lasciato dopo aver sballato le attrezzature di pesca.
Mi sono infilato in un braccio di fiume non più largo di una ventina di metri e circondato
dalle cannette , spengo il motore e inizio a spinneggiare mentre la corrente mi porta
avanti; primi lanci e nulla, solo un paio di persichetti da nulla , il sogno Irlandese sembra
deridermi , ma ecco la botta , si impianta e non appena accenno ad un recupero parte
per la tangente , cerco di impedirgli di raggiungere i canneti ma ho a che fare con
qualcosa di decente e la cannetta scelta non è proprio all’altezza , finalmente viene ,
sembra tranquillo , ma come si accorge della barca riparte a razzo , ricomincia la
manfrina e intanto è iniziato anche a piovere ; eccolo , stanco e pronto per essere
guadinato ; la barca intanto si è arenata fra le canne ma lui è a bordo ; sarà sui 4-5 chili
, per essere la prima volta è andata bene , meglio smettere anche perchè l’acqua è
diventata un diluvio e la moglie , anche se c’è ancora luminosità sarà ormai in frenesia ,
ma io sono soddisfatto , bagnato ma soddisfatto.
La barca è organizzata bene : più o meno al centro , in un pozzetto guida rialzato con
capottatura che si può togliere in caso di bel tempo. si possono riporre le vestimenta
bagnate e un bel getto di aria calda provvederà all’asciugatura , dietro la camera da
letto con bagno e doccia e davanti il salotto con cucina dove mi sta aspettando la
mogliettina ; non sembra adombrata , la barca è di suo gusto ; cucinando e
consumando il pasto si programma la prossima giornata : passaggio delle chiuse , il
fiume poi si allarga molto , quasi un lago dove proverò un pò di traina; ancoraggio da
qualche parte per il pranzo , un pò di pesca per me , non più di un paio d’ore perchè
dobbiamo cercare un porto in posto civilizzato per la grande cena di compleanno , da
gran figlio di buona donna avevo una scatoletta con un anelllino e un braccialetto in oro
raffiguranti dei delfini, i suoi pesci preferiti , che mi avrebbero aiutato a fargli digerire i
prossimi quattro giorni .
Siamo ancorati quasi a ridosso dell’uscita di un torrentello dal fondo sassoso . sono le
nove di sera, la pioggia è cessato e c’è ancora una buona luce per due lanci : monto un
rotantino e spero nella trota , pochi lanci e , quasi sotto la barca attacca un luccetto di
due spanne , rampinato sotto il mento , tiro nel torrentello quanto più dentro possibile
mi permetta la mia posizione e , prima che l’artificiale abbia percorso pochi metri c’è la
botta e qualcosa vola nell’aria , l’acqua in quel punto è bassa e la trota , perchè è lei, mi
ha mostrato la sua disapprovazione in questo modo; non è piccola , si difende bene e
quando finalmente la guadino mi mostra tutto il suo splendore ; è una bestia fortunata ,
fosse arrivata prima avrebbe sostituito il bacon con uova della cena; sarà sul chilo e
mezzo e sarà anche l’unica trota presa in tutta la vacanza , me l’accarezzo con lo
sguardo e la rimetto in acqua.
Come primo giorno non ho proprio di che lamentarmi , col caffè corretto in mano , il
sottofondo musicale di una ballata Irlandese guardo la moglie rifocillare un paio di cigni
, che vengono a mangiargli in mano e una nidiata di paperelle che si contendono le
briciole , sono in pace col mondo , la mente vuota e l’occhio al sole che se ne va ,
domani è un altro giorno.
Ci infiliamo sotto il piumone e quasi subito morfeo mi accoglie fra le sue braccia
portandomi lucci chilometrici e salmoni stratosferici .
Oggi è il gran giorno della chiusa; sveglia all’alba , colazione fra i grugniti della moglie
destata ad un’ora per lei impossibile, si salpa l’ancora e si va; il fiume è calmo e
tranquillo, assenza assoluta di barche , mi avvicino il più possibile alle paline verdi per
avere un fondo medio e calo a traina con un grosso snodato, quasi subito attacca un
luccetto sui due tre chili; dopo il terzo più o meno della stessa taglia mi accorgo che sto
facendo tardi per la chiusa , e ben memore delle raccomandazioni di arrivare presto ,
smetto di pescare e dò motore.
Il fiume si stringe e diventa un canale e siamo alla chiusa , davanti a noi ci sono altre
due barche , una da 8 posti e una come la mia , già ben assicurate alle bitte ;vengo
informato che se non arriveranno altre barche a completare l’infornata , il passaggio
avrà luogo tra un’ora; che faccio? Semplice , cannetta in mano e via per il canale ;
qualche lancio sopra la chiusa non da altro risultato che un paio di persici medi, provo
sotto : al secondo lancio ferro qualcosa , nel momento stesso che la vedo si slama , era
una belle trotella, continuo e prendo un luccetto sui 4 chili che una volta salpato mi
viene richiesto dai guardiani della chiusa per il pasto ; finalmente viene il grande
momento : i responsabili si assicurano che tutti abbiano capito il meccanismo dello
scorrimento cime mentre la barca si abbassa seguendo il livello e aprono ; lentamente il
livello scende e la barca lo segue ; fa un certo effetto vedere il muro che si alza al mio
fianco , sembra essere inghiottito da una voragine; sento delle grida davanti e vedo
movimento sulla mega barca : qualche furbo aveva agganciato una cima sottile al
barchino di servizio per impedirgli di sbattere e si era dimenticato di scioglierla , risultato
: il barchino già stava sospeso quasi in verticale ; impossibile fermare in tempo sia lo
svuotamento che sciogliere il nodo ormai irrimediabilmente serrato per il peso ; un
responsabile fa spostare il barcone e recide la cima facendo piombare in acqua il
tender che si infila col motore in acqua , ma pur mezzo pieno galleggia , spero per loro
che possa funzionare ancora; finalmente siamo a livello e si esce : davanti a noi si
apre il fiume , tanto largo da sembrare un lago ; seguendo la carta vado a tutta
forza in cerca del porto designato per la fermata odierna e la ricerca del ristorante
per il compleanno della moglie , anche se dentro di me ribollo per continuare la
pesca devo controllarmi per il quieto vivere ; finalmente ormeggio , giretto in
paese , prenotazione cena , rifornimento acqua e pranzo ; non appena finito salto
sul barchino e mi dirigo a un canale vicino che avevo già addocchiato all’andata :
è tutto bordato di cannette e serpeggia con slarghi e strettoie ; mi porto molto in su
e poi mi lascio portare a valle dalla corrente spinneggiando; attacco il migliore
della giornata in un lancio laterale a bordo canne , sarà sui 5-6 chili ; in tutto ,
prima del ritorno ne prendo altri tre più piccoli.
Arrivo che è già quasi buio, la moglie in ghingheri batte già il piedino innervosita ,
doccia veloce e vaiiii. Tutto si svolge benissimo , cibo ottimo , ambiente tranquillo
, regalino ben accetto e per finire la moglie chiede se non hanno una tisana locale
per conciliare il sonno ; sguardo stupito dell’ostessa che ci pensa su un minuto e
poi assicura che porterà qualcosa adatto allo scopo : una pinta di birra scura e
densa !!!!! Inutile dire che seguirà le altre due già ben alloggiate nel mio stomaco.
Adesso che tutte le formalità socio/muliebri sono state espletate il tempo è tutto
mio per cui la mattina dopo decido di esplorare con calma un bel lagotto dal fondo
abbastanza basso ma promettente ; il modo migliore è a traina , quindi ormeggio il
barcone e parto col tender ; devo fare molta attenzione perchè in molti punti
affiorano sin quasi in superfice dei roccioni , sicuri rifugi degli esocidi . Dopo un
paio di persicotti che mi forniranno la cena e un luccetto rilasciato finalmente
attacco il big : al principio la frizione parte e penso di aver incagliato , ma subito
dopo scatta come un fulmine e sono in lotta ; si sposta la barchetta di tre metri
come niente , dopo qualche sfuriata lo vedo per la prima volta e mi impressiono ,
mai visto un luccio di quelle dimensioni ; dopo un pò di tira e molla riesco a
portarlo in contatto con la barca , è stanco e non lotta più , l’artificiale è fissato
lateralmente con un solo amo ; senza nemmeno tentare di portarlo in barca basta
un un colpo di pinza ed è di nuovo libero ; non ho idea di quanto possa essere
stato , ma sicuramente fra i 12 e i 15 chili , il mio record in quelle acque.
Ormeggiando una sera ad una banchina trovo un’altra barca di tedeschi che
inalbera sulla prua un vero mostro , non so cosa possa essere stato di stazza ma
sicuramente si aggirava sui 20 chili ; alle mie invidiose domande riesco a capire
che l’hanno catturato contravvenendo ai regolamenti : avevano innescato un
persico !!!!! In zona la pesca col vivo era vietata ; mi consolano dicendomi che ne
avevano catturati altri due molto grandi con ondulanti comprati in loco e me ne
offrono uno: una bestia di una ventina di centimetri largo in proporzione.
Le giornate passano ben scandite dalle catture , ma basta big , nulla che superi i sei
sette chili , trote non ne vedo più , forse anche perchè mi sono intestardito coi
mega artificiali alla ricerda dell’esemplare della mia vita , ma non posso dire che
non mi diverto.
Una mattina , dopo aver risalito un affluente col barcone lo ancoro e ridiscendo un
pò per esplorare delle anse e delle morte , ho un rapala a paletta d’acciaio da 18
cm e mi becco il più piccolo luccio della vacanza : un cosino poco più lungo
dell’esca , tutto offeso per l’affronto , buona sorte per lui che ha preso solo uno dei
grossi ami nella mascella inferiore ed è presto in acqua; ma ecco che la sfiga ci
mette lo zampino : il motorino mi pianta , inutile strattonare , non vuole saperne di
partire ; smonto, controllo, pulisco candele e quanto posso na niente, fermo è e
fermo resta.
Mi porto sul braccio principale e lì incominciano i problemi : la corrente non mi
permette di procedere ; pur remando a tutta forza avanzo di pochi metri e dovrei
fare almeno un paio di chilometri, il fiato sta già mollando, sicuramente causa
sigarette , ma anche le braccia dopo una decina di minuti vanno in sciopero; vado
verso terra e studio il da farsi.
Procedere a piedi è da escludere : per passare le cannette dovrei andare in acqua
almeno sino alla vita , poi è tutto paludoso ed io ho solo degli scarponcini, senza
contare che fra me e la mia meta ci sono almeno due torrentelli da guadare ;
l’unica cosa è aspettare ancorato che passi qualcuno e farmi dare un passaggio , o
che la moglie , venendo tardi dia l’allarme; passo il tempo lanciando ma senza
fortuna , manco quello funziona.
E’ ormai la una è sono sicuro che la consorte mi stia mandando tutti gli accidenti
che conosce ; non passa nessuno , fossimo sul fiume principale sarebbe un’altra
mùsica, ma qui o passa qualche altro pescatore o qualche locale ; mai previsione fu
più errata , vedo venirmi incontro una Housboat lussuosissima , mi sbraccio ed
urlo , non vedo nessuno fuori e già mi sento perduto , finalmente inverte la rotta e
si avvicina : due coppie di francesi non pescatori ma goderecci , ci capiamo e dopo
aver messo a rimorchio il catorcio salgo a bordo ; stavano pranzando o per meglio
dire spilucchiando delizie varie : mi ritrovo con un piattino con salmone cosparso
di capperi , tartine di patè e un bel bicchiere di bianco ; sti francesi sanno trattarsi
bene !!!
Finalmente giungo all’ormeggio e sotto lo sguardo sbigottito e malfidente della
consorte bacio e abbraccio sia i salvatori che le salvatrici .
Tutto sommato sono stati dei bei giorni e prima o poi mi piacerebbe rifarlo.
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