CLICK AND RELEASE
Alcuni consigli per fare foto ai pesci che si vogliono rilasciare----------------------------------------------------------------------------------------------------------
Fare foto alle nostre catture è un piacere, inutile negarlo.
Con questo testo vogliamo fornire qualche indicazione che può essere utile in modo da coniugare il piacere di avere un'immagine "ben fatta" che renda omaggio alla nostra cattura (e al nostro spirito narcisistico) al tentativo di rendere meno lunga e meno traumatica tale operazione per il pesce recandogli meno danni possibili.
LE FOTO DA SOLI...Il caso più difficoltoso è quando siamo da soli e vogliamo documentare e ricordare una bella cattura (perchè diciamoci la verità tante foto possiamo anche risparmiarcele limitando le foto alle catture più significative) e non abbiamo nessuno che possa fotografarci.
NON SPIAGGIAREEvitare se possibile di spiaggiare il pesce trascinandolo su terriccio, sassi, sabbia ed erba secca (al massimo su erba bagnata) specialmente le specie più delicate tipo trote, temoli e lucci.
GUADINO? SI' GRAZIEUno dei modi migliori per riuscire a fare foto senza danneggiare il pesce catturato è quello utilizzare un guadino (possibilmente con una rete senza nodi,di quelle stampate o magari in gomma), lasciare che il pesce catturato si tranquillizzi nel guadino, con la rete parzialmente sommersa in acqua ovviamente, e dopo averlo slamato e tendendolo dentro il guadino (se non si è già slamato da solo), procedere alla foto prendendolo con la mano bagnata, fotografarlo direttamente dentro o accostando la canna al guadino in poche spanne d'acqua, per poi effettuare il rilascio.
MANI BAGNATE Quando tocchiamo o prendiamo in mano per slamare o fotografare la preda catturata è bene sempre bagnare la mano in modo da non provocare ustioni o asportare il muco sulla pelle del pesce.
Ovviamente dovremo evitare una pressione troppo forte, perchè strizzando il pesce gli provocheremmo lesioni interne gravi.
Ecco un esempio in cui il pesce, guadinato lasciando la rete parzialmente sott'acqua, viene preso in mano dopo averla bagnata immergendola sempre all'interno del guadino.
UNA SEQUENZA DI RECUPERO-FOTO-RILASCIO...Se ci troviamo in una situazione in cui si può fare a meno del guadino (o nel caso non possiamo disporne) possiamo procedere così:
In questo caso non è stato usato il guadino vista la riva accessibile e le dimensioni medio-piccole della cattura.
Si recupera il pesce fino a portarlo in poche spanne d'acqua, sufficienti a impedire che rimbalzi sulla sponda per evitare che si procuri abrasioni o lesioni interne.
Intanto diamo già uno sguardo a dove vogliamo condurre la nostra cattura a fine combattimento e prepariamo la macchinetta fotografica che abbiamo messo nella tasca.
Portato il pesce (in questo caso una trota che presenta evidenti segni di beccate di uccelli predatori) nell'acqua bassa in prossimità della riva...
prendiamo la macchinetta e tenendo il pesce sempre semisommerso scattiamo qualche foto.
Sempre tenendolo in acqua lo liberiamo dall'amo e lo salutiamo mentre se ne va!
QUESTIONE DI MISURE...
Metro o no? Come rendere l'idea della misura del pesce senza usare il metro?Se abbiamo intenzione di rilasciare il pesce e al contempo vogliamo fare una "bella" (il concetto di bello è soggettivo comunque) foto l'ideale secondo me è lasciarlo in pochi centimetri d'acqua e magari immergere la canna al suo fianco in modo da dare un riferimento visivo che possa fare capire la taglia della nostra cattura.
Se non possiamo o non vogliamo immergere la canna a fianco del pesce può essere sufficiente prenderlo in mano sempre semisommerso in acqua per rendere l'idea della dimensione della nostra preda.
Le foto con il pesce sulla riva a fianco del metro oltre a farci perdere tempo nello srotolare il metro per la misurazione e oltre al fatto che il pesce si ritrova all'asciutto non sono molto estetiche ed in più pregiudicano la buona riuscita dell'operazione di rilascio.
Autoscatti: meglio farne a menoEvitare possibilmente gli autoscatti per la perdita di tempo prezioso utile per un corretto rilascio.
Inoltre le foto in autoscatto spesso non riescono bene : braccia tagliate, espressioni stranite,con occhi che guardano chissà dove, soggetti mal posizionati e angolazioni bizzarre nel tentativo di immortalarsi da sé con la propria cattura.
E il pesce che assiste sicuramente poco divertito dai nostri tentativi fotografici...
Situazioni “estreme”Logicamente ci sono alcune situazioni limite (sponde scoscese, pareti scivolose, ecc...) che possono rendere difficoltoso sia il recupero sia foto e rilascio del pesce. In questo caso suggerisco sempre, prima di provare a pescare in questi spot "difficili" o addirittura estremi di cercare di individuare in anticipo (prima di lanciare) un percorso o un modo per salpare l'eventuale pesce allamato così da non trovarsi impreparati a gestire situazioni scomode (e a volte pericolose) per il pesce ma soprattutto per noi.
Tutti questi sono solo alcuni consigli e alcuni comportamenti che ci piace tenere quando siamo in pesca e che consigliamo a chi vuole unire la passione fotografica ad un'efficace pratica del catch and release.
RIASSUMENDO...Per riassumere, le operazioni che si consigliano per fare una foto piacevole e non compromettere il corretto rilascio del pesce sono:
- evitare di spiaggiare il pesce;
- utilizzare possibilmente un guadino immerso in acqua o lasciare il pesce in pochi centimetri d'acqua
- evitare operazioni inutili e poco estetiche come il metro e l'autoscatto
- bagnare le mani quando si maneggia il pesce
- non stringere eccessivamente il pesce “strizzandolo”
carlo alberto, mirko con l'aiuto di andrea (rvtrix)
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