Pubblico con piacere questo prezioso contributo di Federico Ielli (doveva essere inserito in un unico articolo ma superando il numero consentito di foto era impossibile e ho preferito spezzarlo in due in modo che tutte le immagini siano direttamente visibili senza ricorrere a link per avere una visione diretta degli esempi di prese da attuare con questi due pesci).
Spero che sia un'occasione per sensibilizzare i meno esperti sul "come" trattare le nostre catture in vista di una foto ricordo o anche semplicemente per sapere gli accorgimenti da adottare per un efficace pratica del rilascio del pesce catturato, ma che allo stesso anche i pescatori "veterani" apprezzino questo scritto e le sue finalità.
Grazie Federico!
Buona lettura
FOTO E PRESE PARTICOLARI
PRESA OPERCOLARE
Evidentemente si chiama così perchè va ad incidere sull'opercolo branchiale ed è una tecnica di salpaggio particolarmente idonea per il luccio. Naturalmente occorrono perizia e decisione, altrimenti è consigliabile l'utilizzo di un buon guadino a bocca larga, evitando se posibile, il boga grip e, assolutamente, il raffio. Le immagini di corredo spero che siano esplicative in merito.
Allora, una volta stancato il luccio, va appoggiato alla riva in acque basse (se si è alti sull'acqua non si può adottare la presa opercolare) con la testa fuor d'acqua. Il pesce deve essere fermo.
Con la mano sinistra, tenendo ben in tensione la lenza con la canna impugnata con la destra, bisogna infilare con decisione (e precisione)una o due dita (indice e medio) al di sotto della branchia (come da foto), facendo ben attenzione a non collidere con le branchiospine del pesce, assai taglienti. L'importante è agire con decisione, ma soprattutto col luccio ben fermo. Ripeto, le dita vanno infilate in basso, a livello dell'istmo opercolare, dove i due opercoli si uniscono, e fatte avanzare il più possibile (Foto 1 e 2).
Foto 1)
Foto 2)
A questo punto il luccio è bloccato e non si muove. Si può estrarre dall'acqua (sarebbe comunque meglio farlo scivolare) con decisione (Foto 3)
Foto 3)
Il tutto deve essere effettuato con rapidità, evitando di trattenere il pesce in verticale per non danneggiarne le vertebre, ma sostentandolo con la seconda mano (dopo slamtura) a livello ventrale, per l'eventuale foto ricordo prima del rilascio (Foto 4).
Foto 4)
ATTENZIONE ALLE DITA
E' inevitabile che qualche volta le dita interferiscano con le branchiospine procurandoci alcuni tagli. L'importante è non cercare di tirare (così facendo si causerebbero ulteriori dolorose ferite alle dita e lesioni al pesce), ma spingere all'incontrario con dolcezza, estraendole poi con calma. Più semplice a farsi che a dirsi Una soluzione alternativa potrebbe essere quella di utilizzare un guanto da operaio, da indossare all'occorrenza. Ci si mette al riparo da eventuali lesioni, anche da ami ed ancorette, ma si ritarda il tempo di salpaggio e, di conseguenza, si aumenta il rischio di perdita del pesce.
BOGA o NON BOGA?
Perchè no al boga grip? Il boga grip, di per sè, non è strumento dannoso.
Il danno deriva da un errato utilizzo dello stesso.
Il boga è stato ideato per facilitare le operazioni di salpaggio delle prede di una certa dimensione/pericolosità (luccio), ma non per tenerle appese in verticale.
Quest'ultima azione diventa assai deleteria tanto più grande è la preda e può causare serie lesioni cervicali al pesce ma, soprattutto, all'apparato orale, con profonde ferite lacero contuse ai mascellari, che possono non rimarginarsi o cicatrizzarsi male, creando delle mostruosità, come nel caso del luccio qui sotto raffigurato, salpato con la classica "opercolare"
Federico Ielli
EDIT by linuz: aggiungo un video molto interessante riguardo la slamatura del luccio:
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LA PRESA DEL BLACK BASS
Dopo aver parato due o tre loop e forzato il "nostro" sotto riva, quando è lì bello buono, che sembra non voler più saltare, si afferra (con la mano sinistra o con la destra non ha importanza, basta tenere la canna alta e il filo in tensione) il bass in questo modo
Foto 1)
trattenendolo per la mascella inf. tra pollice e resto della mano
Foto 2)
A questo punto si può sollevare
Foto 3)
Avendo però cura di non trattenerlo in quella posizione per troppo tempo ed evitando assolutamente di fargli assumere pericolose angolazioni del capo.
Per la foto meglio stabilizzarlo così
Foto 4)
Per il rilascio valgono le solite regole.
Il pesce non si butta, ma si appoggia in acqua trattenedolo per la coda e sostenedolo per un'eventuale ossigenazione e poi via
Foto 5)
Federico Ielli