Mi è tornato in mente un’esperienza fatta
durante una battura di ricerca reperti della prima Guerra Mondiale, non sono mai stato
un trotista sfegatato , anche se ogni tanto qualche uscita la facevo , ma durante le scarpinate
incontravo torrenti meravigliosi e la voglia di pucciare un’esca mi prendeva irresistibile,
pertanto avevo deciso di tenere in macchina una cannettina da spinning e qualche
rotante, questa è la storia.
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Il fine settimana era stato programmato , io e altri due amici , scavatori sfegatati quanto
me , saremmo partiti il venerdì sera per quel di Rovereto , pernottamento nella solita
pensioncina e la mattina dopo via per i monti a cercar bombe.
Erano già due giorni che ci trovavavamo la sera per scartabellare libri e cartine allo
scopo di individuare una zona in cui il fronte si fosse fermato a lungo e gli scontri
avessero avuto intensità e durata tale da assicurare un buon raccolto di reperti;la scelta
cadde su una zona posta fra il Monte Zugna e il Corno Battisti ; il fronte era rimasto
stabile per molto tempo e gli scontri si erano susseguiti a lungo con alterne fortune;
avremmo preso la Vallarsa , ad Anghebeni avremmo traversato il Leno e risalito di
nuovo a piedi verso Rovereto , proprio sotto le trincee e le fortificazioni ; le sponde
erano in forte pendio e tutto quello che si tiravano addosso , se non esplodeva e
succedeva spesso, sarebbe rotolato a valle.
Parcheggiato la macchina risaliamo il torrente Leno e come siamo in zona sfoderiamo i
metal detector e iniziamo a sondare ; qua e là buche e buchette varie indicano che
siamo stati preceduti ma non ci perdiamo d’animo , il raccolto inizia e con esso ci
rendiamo conto che sopra di noi dovevano esserci stati a lungo gli Italiani in quanto i
reperti sono in prevalenza Sipe, Petardi Tavenot , qualche bomba da fucile Benaglia e
delle BPD , non mancavano nemmeno quelle Austriache : qualche Rohrhand granate,
alcune Universali da fucile e le solite col manico di legno in cattivo stato; il fronte
doveva essere andato avanti e indietro mica male; felice sorpresa qualche proiettile da
37 e da 75 inesplosi nonchè qualche bicchiere di granata.
Speranzoso di trovare qualcosa che sia sfuggito a quelli che sono passati prima di noi
decido di portarmi a bordo torrente e infatti i segni di scavi sono scomparsi; sondando
mi avvicino all’acqua ed avendo il metal detector subacqueo provo anche sui bordi del
torrente dove l’acqua è bassa ; sono in uno slargo al cui centro c’è un masso dove
l’acqua ha scavato un profondo avvallamento, sto sondando le sponde quando vedo
partire un siluro da sotto un sasso che si fionda nel bucone, ad occhio e croce non
doveva essere meno di un paio di chili, rimango impietrito e smadonno al pensiero che
la mia fida cannetta mi aspetta tranquilla in macchina a un chilometro di distanza , la
decisione è presto presa : domani niente scavi ma pesca !!!!
La sera comunico la decisione ai compagni e nulla serve a dissuadermi , la trota mi
aspetta ed io devo andare ; i compari hanno deciso di spostare le ricerche al di là del
Leno proprio sotto il Corno Battisti , rimaniamo d’accordo che li accompagno in zona
ma poi prendo la macchina e torno al torrente.
E la mattina arriva , scarico gli amici e mi porto sul torrente , sono le 8 e il freschino si fa
ancora sentire, il cielo è un pò coperto e questo mi fa ben sperare , monto la
telescopica da 2 metri con il fido Mitchell 300 e un piccolo martin , non so trattenermi
dal lanciare alla prima buca decente che incontro, mi dico che lo faccio per controllare
che tutto funzioni alla perfezione , ma in verità mi accorgo che l’astinenza pescatoria si
è fatta sentire e non sto più nella pelle di recuperare il tempo perduto.
Non me lo aspetto ma al secondo lancio eccola : strattona un paio di volte e se ne va ,
faccio in tempo a vederla e non è enorme , forse un due o tre etti , rinvigorito continuo a
risalire e a lanciare ; mentre sto slamando una cosuccia da una spanna mi cade
l’occhio nell’acqua ed eccola lì a fissarmi, una trota ? no una biscottata tedesca da
fortezza con tanto di manico metallico!!! Ruggine da far paura ma perfettamente
recuperabile dopo una pulitura; il fatto mi richiama allo scopo della spedizione odierna .
la cattura della mega; metto nello zaino la rugginosa e di buon passo vado alla ricerca
del bucone con masso e relativa inquilina.
Lo prendo alla larga , scendo più a valle e torno mantenendomi distante dall’acqua , il
posto sarà largo una decina di metri e fra me e il masso una spianata di una ventina
con un fondo di a massimo mezzo metro pieno di sassi e anfratti; dove sarà la signora
? A caccia o in casa? Il problema è arduo , se lancio nel posto sbagliato e mi attacca
una piccoletta corro il rischio di spaventare la mia preda , mi passa per la testa che
forse , in una pozza con una cotal predatrice , le piccoline sono scomparse , e decido di
tentare : sondo la pozza in varie zone ma dopo 4-5 lanci non ho nessun riscontro ,
decido che dev’essere in casa; mi ritiro all’interno e mi porto a lato del masso , cerco di
stare il più defilato possibile e lancio davanti al sasso , proprio alla fine del bucone , ci
passo a lato ma nulla !!! Sono un pò deluso , la mia fantasia aveva già messo in conto
la botta , per cui quando lancio a monte del bucone non mi spetto l’attacco e quasi mi
frega !!!!! Sono distratto , la frizione troppo lasca e la bastarda ne approfitta per
fiondarsi dietro il masso , vedo il filo sparire sotto la pietra e do già per persa la signora
, poi non so cosa mi passa per la testa !!! salto in acqua e quasi vado lungo e disteso!!!
Mi riprendo e cerco di portarmi sopra il masso e girargli intorno , ormai sono in piena
frenesia , l’acqua mi gela le palle ma quasi non me ne accorgo , sono a monte del
bucone e vedo il mio filo intatto uscirne e dirigersi a valle , è un rimorchiatore , ho un filo
del 20 e temo una rottura se la forzo , intanto mi porto sull’altro lato del torrente ed
emergo , adesso dispongo di uno spazio di 10 metri per 20 dove condure la lotta, ma
non è destino , la pazza inizia a risalire e capisco che vuole riportarsi alla tana , a nulla
serve tutto quello che faccio , è più veloce di me e questa volta non riesco a ripetere il
giochetto : si infila nella buca e subito dopo sento il filo che cede , sicuramente rotto per
sfregatura sulla pietra , le montagne tremano e si turano le orecchie per quanto mi esce
di bocca .
Ho perso qualsiasi voglia di pescare , ed inizio a sentire un freschino sospetto a livello
inguinale, senza nemmeno fermarmi a svuotare gli scarponi dall’acqua mi dirigo alla
macchina , per fortuna ho sempre roba di ricambio e prima di congelare effettuo la
muta; la giornata è finita , con le scarpette da città non posso certo tornare ne al
torrente ne mettermi in cerca per cui decido di raggiungere gli amici; li trovo che stanno
svuotando alcune Sipe ed è meglio pietosamente sorvolare su battute e prese per i
fondelli che mi toccano al racconto della mia disavventura.
Al ritorno guida un mio amico e mentre sonnecchio rivedo i posti , sento il rombo
dell’acqua e rivedo le sequenze della lotta ; ho fatto appena in tempo a vederla
chiaramente solo un paio di volte, ma sono sicuro , come dimostra questo racconto ,
che rimarrà indelebile nella mia memoria.
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