Gli amici sono una gran cosa, davvero, la ricchezza più grande per un essere umano. Gli amici sono quelli che riempiono i nostri spazi di vita, la rendono degna di essere vissuta, si intrufolano negli interstizi tra il cuore, le coronarie e tutto l'ambaradan che ci fa respirare e tenere gli occhi aperti su questo pazzo mondo. Ecco, gli amici sono così, importanti tanto da essere essenziali, e non è obbligatorio che ti risolvano i problemi: l'importante è l'impegno che ci mettono, l'abnegazione, la passione con cui si spendono per te!
Ecco, io in questo senso sono molto fortunato, e sottolineo che queste righe sono le uniche serie di questo topic, anche se il resto, giurin giurello, è tutto assolutamente vero!
Ora, io sono un orso di pianura, un plantigrade nato e vissuto tra i campi di mais, i fossi, la nebbia e tutto il resto del corollario classico della bassa padana sponda veneta, insomma, divento socievole solo in presenza dell'ambiente giusto (in genere rappresentato da una tavola ben apparecchiata in zona pervasa da forti odori di cucina e abbondante libagione in bella vista) e mi trovo quasi sempre a disagio in zone nuove che ancora non conosco bene e nelle quali manchino le classiche caratteristiche del modus vivendi di noi plantigradi planiziali. Per questioni di cuore, altissime peraltro, in quanto si parla di anima gemella e di grande amore, divido la mia esistenza plantigrada tra la bassa veronese e il varesotto dove mi trasferisco nel we per stare vicino a mia moglie.
In zona Malpensa, peraltro molto ricca di boschi, meno afosa della bassa, dove, insomma, si vive anche bene, le possibilità di pesca, purtroppo, si limitano al Ticino e a qualche laghetto a pagamento, molto impegnativo il primo, molto disarmante il secondo. Però, c'è un però: a poca distanza, in quel di Stresa, risiede un amico! Si, uno del forum che, se non avete già capito chi è, tra poco vi sarà svelato in tutta la sua simpatia. Lui, il mio amico di Stresa, è molto meno orso di me e, grazie a lui, sono riuscito ad inserirmi un po' meglio in zona, ho visto qualche bel posto per andare a pescare, ci facciamo compagnia, grazie a lui l'inserimento è molto più soft, è una sorta di vaselina insomma!
Dopo un'uscita in laghetto verso fine anno finita con un doppio cappotto (che però non serviva perché anche se appena passato Natale c'erano 20° con tanto di bass a galla e farfalle svolazzanti), un'altra, a suo tempo documentata, a lacustri sul maggiore e un'altra sul Toce, con pesci da urlo che ci facevano marameo ad ogni spinnata lasciandoci sempre a bocca asciutta, all'inizio di marzo, un bel sabato mattina che si preannunciava tiepido, ci sentiamo al cell:
"Ciao Fabio, 'scolta, andiamo a fare due lanci nel pomeriggio? Non hai qualche posticino in cui beccare un paio di trotelle per mia suocera che se le fa in carpione?"
"Ehilà Grande Davide!!! Ma certo che ce l'ho, figurati! Ti porto in uno dei miei posti segreti, un torrentello "wild" che conosco solo io, vedrai che roba!!!"
Ci troviamo a Stresa dopo pranzo, temperatura gradevole e un dubbio: mi porto il pile?
Per fortuna me lo porto perché cominciamo a salire con l'auto (ed io, da buon orso di pianura, appena vedo salite superiori all'altezza media di un pioppo, inizio a sentirmi su un altro pianeta) e, dopo dieci minuti di tornanti su strade dal fondo sconnesso e non asfaltate, ci inoltriamo su un versante perennemente all'ombra, in mezzo ad un bosco e troviamo addirittura la neve. Il posto è davvero suggestivo, ma fa un freddo cane, oltre al pile metto anche la berretta!
Ma ci saranno trote?
Secondo Fabio la risposta è una sola:
Guardandomi intorno, non sono proprio convinto...
fa talmente freddo che sotto le cascatelle ci sono addirittura le stalattiti di ghiaccio!!!
il ruscello è bellissimo, ma temo che le trotelle siano rintanate in attesa che finisca la glaciazione
Comunque, risaliamo un po', e proviamo nelle buchette. Qualcosa viene fuori, ma sono trotelle molto piccole, niente di commestibile. Così, il buon Fabio, decide che torniamo giù, vicino al lago, in un altro posto che lui definisce testualmente: "è come aprire il frigorifero in cucina: le trote sono lì, già belle e pronte!"
Scendiamo all'auto, imbattendoci in mucchi di strane boiles identificate successivamente come cacche di cinghiale.
Mezzoretta ancora e ci troviamo sulla sponda del "frigorifero", un bellissimo torrente scavato in un dirupo piuttosto profondo, con cascatelle, pozze profonde e acqua cristallina. Davvero molto bello e qui, per fortuna, non c'è neve e si può anche stare senza berretta!
Però le trote ci vedono subito e probabilmente si sparge la voce che c'è Fabio in giro...
Testiamo tutte le buche, salta fuori solo una fariotta sottomisura, mentre Fabio, che si era impegnato a procurare le due trote, è costretto a pensare ad altri posticini assolutamente segreti per mantenere la promessa:
Così riprendiamo l'auto e proseguiamo su una strada tra le colline sopra Stresa, arrivati ad un gruppetto di case, ci fermiamo e mi mostra uno dei suoi posti segreti e infallibili: un altro ruscello che passa vicino ai giardini e alle case. Purtroppo il livello è troppo basso per pescare, ma Fabio mi mostra che comunque le trote ci sono, con un metodo infallibile: si toglie la cicca dalla bocca, ne prende un pezzetto e lo butta sotto una piccola chiusa, immediatamente una trotella esce da un sasso... ma va in direzione opposta alla cicca... probabilmente era solo spaventata!
Non ho documentato fotograficamente il posto.
Poi, Fabio mi guarda negli occhi e mi mette una mano sulla spalla, è serio mentre mi dice: "Buon Davide, ho preso l'impegno di farti prendere due trote per la suocera e io sono un uomo di parola. Ora ti porto nel plus ultra dei miei posti segretissimi. Dovrei bendarti in modo che non riconoscerai più la strada, ma mi fido di te e non lo farò. Lì, sicuramente, tireremo fuori le due trote! Anzi: anche qualcuna in più!"
Nel frattempo il cielo si fa grigio e si avvicina la sera: anche le condizioni atmosferiche diventano ideali.
Percorriamo la strada che costeggia il lago. Ci fermiamo e poi, mentre Fabio si guarda continuamente intorno per evitare occhi indiscreti, raggiungiamo il parapetto di un ponticello: sotto scorre un ruscello che scende tra le case. Scavalchiamo e poi, pian piano, risaliamo. Rimaniamo bloccati davanti ad un serpente morto, un grosso serpente che poi, ad un'analisi più accurata, scopriamo essere la fune di un festone da albergo. Fabio sembra un felino: si muove sinuoso sui sassi, piegato per non farsi scorgere, finché a pochi metri da un ponticello, si ferma e mi dice: "Buon Davide, sotto il ponte c'è la buca migliore, ora io lancio l'esca là sotto, con precisione millimetrica e in pochi secondi la trota passerà dalla sua tana ad un futuro in carpione!"
Il lancio in effetti è millimetrico, ma sotto il ponte, oltre alla trota, c'è anche un mezzo arbusto sommerso... in pratica, per salvare la montatura, siamo costretti ad andare nella buca, pestandoci dentro. Se c'erano delle trote sicuramente si sono accorte della nostra presenza!
Proseguiamo verso un'altra buca più su. Fabio scivola e pianta il xxx su un masso, io mi ortico appoggiandomi ad una sponda, insomma, ce la sudiamo proprio 'sta buca che, tra l'altro, rappresenta l'ultima speranza per vedere delle trote.
Quando arriviamo però, ci sono già due inquilini che se la godono di brutto:
Io azzardo che, forse, la suocera gradisce anche le fettuccine con l'anatra (io sicuramente!) ma l'idea di montare un piombo da 50 e fare la caccia al germano la scartiamo senza nemmeno discuterla più di tanto.
Torniamo mestamente all'auto.
Fabio non sa come capacitarsi del cappotto. Ne discutiamo davanti a pane e salame, innaffiato con dell'ottimo gattinara, giù, nella sua cantina.
E ovviamente ci ridiamo sopra!
Ecco, ho preso un po' giro il mio buon amico Fabio, ma voglio dirgli, qui, di fronte a tutto il forum, che lo ringrazio di cuore per le uscite che abbiamo fatto insieme e, soprattutto, per quelle che dobbiamo ancora fare!!!