Postato 27 February 2014 - 09:37 AM
Walter, una risposta te l'ha già data Marco, definendo quello che è il cosiddetto "cuneo salino" che può insinuarsi anche per diversi chilometri a monte della foce fluviale, pur rispettando i diversi gradienti di densità delle acque. Viceversa l'acqua dolce può insinuarsi anche per diversi chilometri nel mare, dando possibilità non solo di sopravvivenza, ma anche di normale attività, anche a specie che "normalmente" vengono definite "stenoaline", che tollerano solo minime variazioni della salinità. Trote a mare se ne catturano sempre tante, sia in prossimità delle foci che anche al largo, sulla scia dell'acqua dolce (classico l'esempio degli effluvi del Delta del Po), ma d'altra parte i progenitori dei salmonidi erano marini, per cui.......Tuttavia la salinità del Mediterraneo (37-39%) e dell'Adriatico in particolare, è tale da non consentire la sopravvivenza di salmonidi come la trota di mare (S. trutta L.,) in mare aperto, che invece è presente nell'Oceano Atlantico sino allo Stretto di Gibilterra, dove la salinità media è inferiore al 35% e anche le temperature dell'acqua sono assai più basse. Comunque, per brevi periodi anche ciprinidi come la carpa possono tollerare acque salate o salmastre (l'esempio della disinfezione a base di NaCl in allevamento è indicativa: il sale marino è un ottimo antiparassitario, batteriostatico e battericida, soprattutto per le larve/avannotti/trotelle). Viceversa, pozze d'acqua salmastra in prossimità del mare, nel prosciugarsi per effetto dell'evaporazione, possono aumentare anche di molto la concentrazione salina e, di conseguenza, dare luogo a fenomeni di mortalità di specie dulcicole. Insomma, non si può generalizzare......
Volendo approfondire il discorso, se consideriamo il Mar Baltico, la salinità varia del 5 al 29 % a seconda delle zone/foci fluviali, quindi i tratta di un ecosisema oligoalino (= poco salato). Specie come il luccio e la carpa ci vivono benissimo e possono essere considerate eurialine in quell'ambito. Più in generale, nei pesci di mare la concentrazione dei liquidi interni è praticamente uguale a quella dell'acqua (isosmotici). Se questi vengono portati in acqua dolce muoiono rapidamente, in quanto tendono ad assumere acqua per compensare osmoticamente la maggior concentrazione interna di sali e finiscono per gonfiarsi e morire. Viceversa i pesci d'acqua dolce che vengono portati in mare, per compensare la maggiore salinità del mezzo esterno, tendono a perdere acqua e quindi muoiono per disidratazione. Ciò avviene per gli organismi stenoalini, che sopportano solo minime variazioni della salinità. Viceversa gli organismi eurialini tendono, naturalmente entro certi limiti, variabili da specie a specie, a compensare meglio le variazioni (anche momentanee) della salinità.
Federico Ielli