Succede.
Nella pesca succede che fai decine di uscite. Ti prepari tutta la settimana per quelle uscite. Peschi per ore trainando a destra e sinistra sul Grande Lago durante quelle uscite, in compagnia del tuo socio fidato.
Succede che, finalmente, dopo più di un mese riesci a programmare l’uscita che tanto aspettate per il sabato. E allora il venerdì c’è la barca da sistemare. E il motore da far cantare: è un mese che è fermo e non voglio brutte sorprese per l’indomani.
E allora con il pranzo ancora da mandare giù, spugna e straccio in mano, pulita veloce all'Inverna e giro rapido per far sgranchire le eliche al 20cv.
Sono solo, ho poco tempo, ma già che sono fuori voglio vedere se c’è qualche segnale di foraggio in giro, ho portato la canna giusto per provare le due esche nuove appena prese e il guadino perché non si sa mai.
Di fianco a quella secca ci siamo già passati migliaia di volte, mai un segnale di vita che fosse uno.
E invece succede.
Succede che mesi di fatiche, sudore, sacrifici e uscite a vuoto si materializzano di colpo tutti assieme attaccati a quel pezzo di gomma da 23 cm.
Succede che il replicante si stoppa bruscamente e alla smoccolata che segue la convinzione di aver incocciato il fondo, ricevi come risposta un secondo e un terzo scossone sulla canna.
I primi metri di filo che recupero trovano solo una lieve resistenza, ma poi mi fa capire che qui quella abituata a comandare è lei. Morale della favola: 3oz piegata in acqua, mulo che cede filo e barca che si gira 2/3 volte per le ripartenze del pesce.
Una manciata di minuti durata un'eternità. La vedo, finalmente, e la insacco nel guadino: centodiciannove centimetri.
La gioia della cattura si tramuta in fretta in preoccupazione: sta già perdendo sangue e nonostante la slamatura risulti abbastanza agevole, continua a perderne: l'ancoretta deve aver lacerato un vaso sanguigno.
E' troppo pesante per poter fare un autoscatto e il pesce ne risentirebbe troppo. Allora comincio subito a riossigenarla ma dopo più di mezz'ora di tentativi, muore.
Il merito di questa cattura va condiviso equamente con il Beppe, fedele compagno di fatiche e uscite sul Grande Lago e a lui va ovviamente la dedica.
Ma questa storia la immaginavo con un lieto fine, molto meno amaro del triste epilogo che ha avuto.
Nella pesca c'è da metterlo in conto. Succede, ma con questi animali è un peccato mortale...