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Postato 10 February 2015 - 21:30 PM
Postato 10 February 2015 - 22:28 PM
Molti anni orsono, e sono proprio tanti perché parlo del 1985, avevo iniziato a fare qualche gara: le canne erano molto poche e solo canne fisse per la pesca a passata in fiume o all'alborella nei laghi della provincia di Varese, il Varese stesso ed il Ceresio: in questo lago l'alborella era numerosissima e la si pescava con canne la cui lunghezza massima non superava i 4,5 metri, la lenza era molto semplice ed era costituita da un galleggiante di 2,5/3 grammi zavorrato al 70% con una tourpille e la piombatura restante era un bulk raggruppato.
Vi chiederete cosa c'entra con la pastura, adesso ci arrivo: utilizzavo una pastura molto chiara, dolce, a cui io aggiungevo del latte in polvere, quello utilizzato dagli allevatori per alimentare i vitellini, che acquistavo al consorzio agrario e aromatizzavo il tutto con delle bustine di vanillina; poi bagnavo il tutto fino a raggiungere una consistenza molto liquida, poi mettevo il tutto in un secchiello agganciato in vita e, durante la pesca, lanciavo delle palline delle dimensioni di una pallina da ping-pong o poco meno, la pastura si scioglieva quasi subito a contatto con l'acqua e formava una nuvola, le alborelle entravano in frenesia alimentare senza però saziarsi e rimanevano in pesca. Il lancio della lenza avveniva facendo picchiare la piombatura in acqua che richiamavano i pesci e la piombatura sostenuta faceva scendere la lenza velocemente in profondità dove stazionavano i pesci di taglia maggiore.
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Postato 11 February 2015 - 13:15 PM
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