G.Loomis GL2 802S JWR Rod
La canna in questione è la sorella più piccola della serie GL2 JWR (Jig & Worm Rod) disponibile in entrambe le versioni: spinning e casting.
CARATTERISTICHE TECNICHE
- Versione: Spinning
- Lunghezza: 6’8” (2.07 metri)
- Lure Weight: 1/8 – 3/8 oz (3.5g – 10.5g)
- Line Weight: 6 – 12 lb
- Azione: Extra Fast
- Potenza: Medium
- Sezioni: 1 - monopezzo
- Peso: 125 g
- Anelli: Fuji, 8 (7 Black Frame with Aluminum Oxide Ring + tip Black Frame with Alconite Ring)
- Manico: sughero splittato (Rear grip: 9.5” – Fore grip: 3.5” – Overall: 14.25”)
- Placca: Fuji, IPS 16
- Prezzo: indicativamente 160 euro
Dopo tre anni di utilizzo intenso, posso dirvi qualche parola in merito a questa canna della famosa casa Americana.
Premessa: tutto quello che troverete scritto qui di seguito, è frutto solo di esperienze e opinioni personali, non sono un tecnico e non sono un maniaco delle attrezzature specifiche per ogni singola tecnica di pesca. Non fraintendetemi dopo questa frase. Non andrei di certo a cavedani e siluri con la stessa attrezzatura, ma per le tecniche, I pesci, e gli ambienti che sono solito frequentare, ho cercato una soluzione più o meno polivalente. La mia scelta è sicuramente opinabile, ma io “ora” sono così, pochi fronzoli, un solo attrezzo da tenere, preparare e portare in pesca. Quindi di seguito una recensione su una canna nata per la pesca al bass, ricollotata, nel mio specifico caso, ad altre prede e tecniche.
DESCRIZIONE
La canna si presenta con una bella tinta color bordeaux, legature della stessa tonalità cromatica, e componentistica Fuji di colore nero. Anelli serie “Y” con cornice nera e pietra in ossido di alluminio per i sette passanti, tutti monoponte, solo il tip è in alconite. Scalatura ben distribuita secondo il Fuji Concept.
Placca portamulinello anche lei nera, serie IPS da 16, montata in maniera standard, non rovesciata, inserita nel fore in calssico sughero. Il rear è splittato: la parte superiore che ospita la ghiera di serraggio della placca ha inserti in sughero composito, mentre la parte inferiore è completamente di quest’ultimo materiale. Da notare la forma che differisce dai classici but, in quanto è schiacciato ai lati, per dare maggior confort una volta che lo si tiene serrato tra braccio e bacino in azione di pesca. Non è il mio modo di pescare, impugno la canna in maniera differente, sotto l’avambraccio, quindi su questa “peculiarità” non posso fare affermazioni di nessun tipo. Appena sopra il fore, troviamo l’hook keeper, legato sul lato sinistro del grezzo.
Prendendola in mano ci si accorge subito, nonostante la potenza massima dichiarata di soli 3/8 oz, che non è il classico fioretto, ma presenta una conicità abbastanza accentuata.
Infatti sbacchettandola, si evidenzia la sua azione rapida, fast, e la gran riserva di potenza presente nella schiena. Non è comunque rigidissima e "nervosa", ma risulta essere più pastosa per via del suo modulo appunto in GL2. Del resto è una canna nata per la pesca al Bass (che io non pratico), ma penso di aver capito la tipologia di attrezzatura utilizzata a tale scopo.
Come per la maggior parte delle canne americane, la sua potenza è sottostimata, di questo ci si accorge già solo osservandola, per poi averne conferma una volta utilizzata in pesca.
Io l’ho abbinata ad un mulinello Shimano, per la precisione ad un Rarenium 3000 SFA, del peso di soli 200 grammi, per un totale complessivo del combo, di circa 330 grammi. Il tutto
è perfettamente bilanciato.
Utilizzo solo treccia, le due bobine sono caricate con Tuf Line XP e Power Pro, entrambe da 10 lb. e terminale in fluorocarbon o nylon, di diametri diversi a seconda delle situazioni.
LUOGHI DI PESCA
Ho utilizzato questa Loomis dal piccolo torrente al grande lago, passando per laghetti, piccoli corsi d’acqua e fiumi di grande portata, adattando di volta in volta lo stile di pesca e le esche utilizzate.
- In torrente il suo uso è stato esclusivamente con I rotanti, misure dallo “0” al “2”, recuperati sia controcorrente che a favore. Il lancio ovviamente non richiede nè di essere caricato nè frustato. Principalmente ho lanciato “di polso” o “a pendolo” con drop molto lungo, solo di rado con qualche lancio accompagnato per raggiungere angoli di torrente un pò più distanti. Bisogna prenderci la mano, perchè il fusto rapido non aiuta, ma una volta presa confidenza, l’esca cadrà ad un centimetro dal sasso che avrete deciso di sondare. Nel recupero controcorrente non soffre minimamente.
- Nei corsi d’acqua medio piccolo, oltre ai rotanti delle suddette misure, ho utilizzato anche piccoli minnows dai 4 ai 7 cm. sia floating che sinking, qualche Crank, esche di superficie (WTD e popper) e testine piombate. Tutte esche che sono riuscito a gestire perfettamente, con una nota di merito per le testine piombate, del resto la canna nasce principalmente per questa tecnica. Sondati sia tratti a lenta percorrenza che di turbolenza, in entrambe le situazioni, si comporta egregiamente.
- Nei fiumi di grossa portata, l’ho utilizzata con ondulanti dai 12 ai 18 grammi e minnows dai 7 ai 13 cm, con peso variabile dagli 8 ai 15 grammi. Qui la forte corrente e la grande portata inizia a farsi sentire, di conseguenza, la scelta dell’esca può essere determinata in base alle caratteristiche dello spot in cui si pesca. Diciamo che in un tratto di forte corrente l’ondulante intorno ai 20 grammi viene via senza problemi, un minnow da 13 inizia a farsi sentire seriamente, quindi magari conviene scendere di misura e utilizzare taglie più piccole. Questo ovviamente non perchè soffre nel lancio, ma per ottenere un controllo ottimale e gestire l’esca correttamente.
- Lasciando da parte le acque correnti e passando alle acque ferme, il discorso si fa molto più semplice. Nei grandi laghi, utilizzo nel 90% delle mie pescate ondulanti (dai 10 ai 20 grammi), e il restante 10% suddiviso tra long jerk (più o meno intorno ai 15 grammi) e lipless (da 8 a 15 grammi). Qui non ci sono varianti sulla tecnica di lancio, si frusta sempre, perchè spesso si cerca la distanza. Sinceramente le mie esche si aggirano sui 15-16 grammi, perchè è il giusto compromesso per raggiungere le zone utili, consentendomi una gestione ottimale.
Poi capitano dei momenti in cui è necessario passare ai 20 grammi: nessun problema, ci si può spingere tranquillamente, se si parla di ondulante, per I minnows, invece, mi limiterei ai 15 grammi, sempre per il discorso gestione.
- Ultimi, ma non per importanza, I piccoli laghetti, dove ho utilizzato I soliti rotanti e piccoli ondulanti, dai famosissimi Pica, fino agli Ardito e altri vari. I pesi utilizzati variano dai 3.5 ai 10 grammi.
ARTIFICIALI
Ho utilizzato praticamente tutte le tipologie di artificiali, dalla gomma ai long jerk.
- Testine piombate: le ho usate veramente poco, e di grammature comprese tra 1.5 e 3.5 grammi con grub da 2.5” o shad da 2”. Dico subito che non sono un amamte della gomma e delle sue varianti, ma per quel poco che le ho usate, nonostante le mie incapacità tecniche, sono rimasto affascinato dai movimenti che riuscivo a imprimere. Giocando di polso, si riesce a gestire la testina come se la stessimo animando direttamente con le nostre mani.
- Rotanti: ho usato principalmente misure comprese tra lo “0” e il “2” Mepps ed equivalenti Martin, Vibrax. La misura “3”, non ho ancora avuto modo di provarla. In base alla mia esperienza, potrei dire che sarebbe sicuramente gestibile in acque ferme, mentre diverrebbe forse più problematico recuperarlo in acque correnti.
- Ondulanti: la misura per eccellenza, secondo me, è il 15 grammi, ma ripeto, ci pesco anche con I 3 ed I 20. Molto dipende anche dalla forma e resistenza che lo stesso oppone in
acqua, quelli dal profilo stretto e allungato, hanno una marcia in più su pesi maggiori. Di sicuro con una canna da light specifica, il 3 grammi volerebbe più lontano di qualche metro, ma per quella volta che capita, mi adeguo, e poi, una volta presa confidenza e capite le caratteristiche della canna, si riescono a lanciare diverse tipologie di esche a distanze considerevoli. La gestione risulta eccellente, si riesce a far lavorare l’ondulante come si vuole, sulle jerkate, dolci o “secche”, è lui che viene dietro, e non viceversa.
- Esche di superficie: in acqua dolce le uso veramente poco, fino ad ora ho provato solo WTD e popper da 5-6 cm riuscendo comunque a gestirli perfettamente, specialmente il popper,
senza “strapparlo” dalla superficie dell’acqua. Per il WTD bastano piccolissimi colpetti di polso per animarlo.
- Lipless: le misure classiche, dato che da me, lipless in lago, vuol dire quasi esclusivamente Filibustiere. Quindi 8 cm per 10 grammi, senza dimenticare il Real Winner Casting da 7 cm per 11 grammi ed autocostruiti da 15 grammi molto compatti. Più o meno il recupero, tralasciando il più semplice lineare, è con piccolo colpetti con intervalli più o meno lunghi. Come per I WTD, basta un leggero movimento per imprimere una accelerazione o la sbandata necessaria.
- Minnow e Long Jerk: misure variabili da 4 a 13 cm, e peso fino a 15 grammi. Oltre sinceramente non ho mai provato, e non credo proverò. Provati prevalentemente in acqua ferme,
anche I suddetti Long Jerk non la impensieriscono minimamente, rispondono in maniera ottimale. Parlando di long jerk, faccio riferimento ad esche con la caratteristica paletta di piccole dimensioni, solitamente esche che lavorano nei primi strati superficiali o a mezz’acqua. Con artificiali dalla grossa paletta affondanti non ci ho mai pescato.
AZIONE IN PESCA
Partiamo dal lancio.Secondo il mio punto di vista, la canna esprime il meglio di sè utilizzando un drop abbastanza generoso, per consentire all'artificiale di avere più spazio per raggiungere la giusta velocità "di gittata". Nel mio caso non ho riscontrato il problema, uso un terminale di circa un metro, in quanto non mi piace, durante lo strappo iniziale del lancio, che il nodo di giunzione scorra e sbatta negli anelli. Quindi nodo fuori e artificiale ad almeno un metro dal puntale. Con gli ondulanti di peso si può frustare tranquillamente per sfruttare la grande riserva di potenza e lanciare il più lontano possibile, con le esche leggere, il lancio va leggermente accompagnato, per poi imprimere maggiore velocità nella fase finale, prima di rilasciare la treccia. Stesso metodo per I long jerk, onde evitare che durante la frustata, si scompongano e destabilizzino nel volo, compromettendone le doti balistiche. Non lasciatevi ingannare dal fatto che è una canna “corta” e ne viene penalizzato il lancio.
Nel recupero bisogna stare un pochino attenti finchè non si prende la mano. Utilizzando esche molto leggere (come gli ondulanti da 3 grammi), o che rispondono facilmente alle sollecitazioni impresse, se si esagera con la jerkata, si corre il rischio di “strappare” l’artificiale o farlo salire troppo in superficie se si pesca negli strati superficiali dell’acqua. E’ una canna potente, ma che in alcuni ambiti, va usata con dolcezza. Se invece si usa un ondulante o jerk intorno ai 15 grammi, non c’è da preoccuparsi, jerkate potenti per imprimere sbandate o brusche accelerazioni, la canna asseconda bene la resistenza impressa dall’esca in acqua. Sebbene possa sembrare il classico paletto sordo, secondo me ha un’ ottima sensibilità, nonostante il grezzo non sia ai livelli top di casa Loomis. Lasciando “scarrocciare” una testina piombata sul letto di un fiume per farle fare la classica passata in corrente, si riescono “a contare” I ciottoli. Pescando con artificiali leggeri che quasi non sollecitano la vetta in fase di recupero, si riesce a percepire ogni minima tocca, anche in condizione di pesci apatici o stizziti che giocano e pizzicano senza attaccare con convinzione.
Sulla ferrata non bisogna esagerare, specialmente se, come nel mio caso, si utilzza la treccia e un terminale in fluorocarbon. L’elasticità del complesso è nulla, e ferrare violentemente, potrebbe voler dire strappare l’esca dalla bocca del pesce. Poi dipende anche dalla preda insidiata e dal contesto in cui la si ricerca. Se sto insidiando cavedani o trotelle in corrente, non accenno minimamente a ferrare, la preda si allama perfettamente da sola. Se mi trovo sul grande lago a caccia di lacustri con l’esca a 60 metri da riva, una ferrata va data sicuramente. Stesso discorso per il recupero della preda. Bisogna porre un minimo di attenzione se abbiamo in canna prede molto piccole, come per esempio le fario di torrente, perchè, forzando troppo il recupero, si corre il rischio di perderle.Non bisogna esagerare, stando sempre attenti a cosa insidiamo, soprattutto se gli artificiali sono armati con ami singoli, i quali, sono più soggetti a “tagliare” le parti molli dell’apparato boccale. Con un minimo di gestione da parte nostra, il cosiddetto manico, si riesce tranquillamente a portare a termine qualsiasi cattura. Le caratteristiche del suo modulo, comunque, aiutano parecchio.
Con prede normali il discorso inizia a semplificarsi, il margine di errore si riduce parecchio, anche se non vedremo ancora quella bella piega che a molti piace tanto.
Se invece avremo la fortuna di incannare un pesce serio, noterete la gran riserva di potenza del grezzo, che vi permetterà di gestire il gioco nel migliore dei modi, facendo decidere a voi quando è il momento di girargli la testa. Discorso che ovviamente regge se tutto il resto dell’attrezzatura è giustamente proporzionato. Sulle ripartenze, qualsiasi preda ci sia dall’altra parte,
asseconda benissimo le fughe, ma anche qui, per non rischiare, ho sempre la frizione tarata uno-due gradi in meno del normale.
Nel combattimento, la maggior parte del lavoro verrà sopportato dalla vetta della canna, la quale, si concederà in maniera progressiva sulle fughe improvvise o potenti testate, facendo entrare in azione la grande schiena di cui dispone, riuscendo a sfiancare la preda in breve tempo.
Questa la piega, con una trota di medie dimensioni.
PREDE
Come dicevo, ho utilizzato questa canna in diversi ambienti, e ci ho preso un pò di tutto: bass, persici, trote, cavedani e qualche altra preda in via del tutto eccezionale da me non cercata…quasi esclusivamente in acque libere. Stesso discorso per le dimensioni, dalla piccola fario di torrente alle grosse trote, con diversi cavedani di tutte le taglie. La canna ha risposto sempre benissimo, mai in difficoltà, nemmeno con prede di diversi Kg di peso. Sono in cerca del big fish per cercare di farla soffrire, sempre che non esploda il terminale. Prede fino al kg, si possono “trascinare” tranquillamente di peso fuori dall’acqua senza utilizzare il guadino. Sollevarle…non posso pronunciarmi, non è mia abitudine alzare pesci dal peso generoso, solitamente afferro il terminale.
CONCLUSIONI
Partiamo dal presupposto che è una canna nata per la pesca al bass con I jig e testine piombate, e io la uso per farci tutt’altro.
Ho iniziato ad apprezzare questa tipologia di attrezzi pescando in salt water. La ricerca di un attrezzo solo, la cosidetta “all-round”, che mi consentisse di avere qualcosa di polivalente, e che mi permettesse di lanciare e gestire esche di diversa tipologia e peso.
Da qui, per la stessa necessità, è nato questo acquisto, un altro attrezzo similare, ovviamente convertito al fresh water, idoneo ai miei spot e alle prede che insidio.
Ovvio, non si può pretendere che faccia tutto, altrimenti si fermerebbe la produzione di canne da pesca, ma la necessità di un altro attrezzo ancora non la sento. L’ho scelta principalmente per sfruttarla in uno spinning medio con ondulanti e minnow, con la possibilità di poterla però utilizzare in quelle occasioni dove bisogna scendere o salire con il range delle esche, senza che ne risentano le caratteristiche e ne venga penalizzata troppo l’azione.
É una canna corta, che va benissimo sui torrenti infrascati e, stando agli standard, non andrebbe bene sui grossi specchi d’acqua o fiumi. Non andrebbe bene appunto, ma nel mio caso
è perfetta, se prendo in considerazione gli spot che frequento abitualmente.
Insomma…o si odia o si ama, ma soprattutto va capita! Con un pò di esperienza si entra in sintonia permettendoci di sfruttarla in diversi modi. Credo infatti, che a primo impatto, possa fare una pessima impressione per via della sua anima rigida, soprattutto se si è abituati ad attrezzi specifici, in particolar modo per la pesca rivolta ai salmonidi.
Strutturalmente è ben assemblata, il sughero del manico è ancora perfetto nonostante I tre anni di utilizzo, la vernice molto resistente, nessun graffio: e qualche volo l’ho fatto pure io!
Gli anelli, nonostante credo siano appartenenti alla fascia bassa di Fuji (puntale escluso), sono ancora in ottimo stato, nessun segno di ossidazione sul frame o pietre segnate dall’usura: ho usato sempre e solo treccia.
Per molti risulterà scomodo poterla trasportare con facilità. Se devo essere sincero, anche io ero titubante a riguardo, ma ora che mi ci sono abituato, la porto tranquillamente dappertutto.Ho sempre pescato con canne due-pezzi, ma poi, una volta provata una monopezzo, ho subito abbandonato le vecchie, a discapito della apparente scomodità.
Per concludere: secondo il mio punto di vista è un’ottima canna, se proprio devo fare un appunto, avrei osato qualcosa in più sulla componentistica, mettendo una serie completa di anelli in alconite per valorizzarne il complesso strutturale. Si presta bene a diversi utilizzi, nel limite del possibile, grazie al fatto che ha una potenza parecchio maggiore del dichiarato. Come detto prima, è una 3/8 che ci permette di lanciare senza esitazioni e recuperare esche intorno ai 20 grammi oltre a quelle dichiarate nel suo range ottimale.
Io fino ad ora mi ci sono sempre trovato bene, ha risposto alle pretese per la quale l'ho acquistata, e se devo essere sincero, se mai dovessi romperla, la ricomprerei ancora!
Quindi, se cercate una canna polivalente e non insidiate prede particolari che richiedono attrezzi ben più potenti o specifici, allora sarà un’ottima scelta, se invece, giustamente, amate godere il massimo da ogni singola preda usando un attrezzo specifico, credo sia il caso di lasciarle fare il suo dovere nella pesca al bass.