Questa storia risale a oltre 10 anni fa. Quindi è una storia da ragazzini,vissuta e ricordata a misura "ragazzino di 10 anni" ovvero quanti ne avevo all'epoca con i miei compagni (anno più-anno meno). Eravamo accaniti pescatori;con un areale per dire così molto limitato: un fossetto con qualche dito d'acqua dove si andava a rane davanti alle case,uno largo circa 2.5 metri per un 70-100 cm di profondità dove si prendeva di tutto a quintali ma mai il pesce di taglia (capirai... ) e poi un laghetto,un laghetto misura macero molto molto grosso,che per noi allora era la mecca,dove si potevano prendere gatti e carpe,queste ultime mai sotto il mezzo kilo. Allora,o si convincevano genitori svogliati ad accompagnarci da soli (tra le nostre case e il laghetto vi erano circa 300 metri,così a ricordo) oppure si andava in comitiva di 2-3 armati alla bell'e meglio ( parentesi sull'equipaggiamento di noi allora. In media avevamo due canne a testa. Una a mulinello,per noi un autentico lusso e vanto;anche se si trattava spesso di canne più che economiche oppure appartenute a qualche zio o parente,che certo non ci dava in mano una Hulk! e un'altra canna in fenolica,da pochi euro,fissa. Forse in due potevano vantare di possedere una terza canna. Le fisse per i fossati e le mulinello nel laghetto. Completava il tutto qualche amo,galleggianti,piombi,esche e un paio di rocchetti di filo. Punto. Fino a 12 anni non ho mai posseduto un guadino. Uno di noi aveva con sé (rispetto!) lo slamatore.
Da qualche tempo al laghetto si vedeva girare qualcosa di piuttosto grosso. Anzi un vero mostro. Presto la nostra attenzione si catalizzò sulla sua cattura e ogni sua apparizione (che si verificava sopratutto quando il proprietario dava il pane alle anatre e di cui le carpe facevano incetta) faceva notizia. Una mattina ero a pescare con un amico,che aveva preso il giorno precedente un'altra fissa in fenolico,nuova fiammante e lucida. Si mette a pescare in un angolo,posto notoriamente pescoso. io ero 10 metri più i là,sulla sponda. A un certo momento lo sentì chiamarmi,con la canna stretta tra le mani e piegata al limite. La canna resistette altri due secondi,quindi si spezzò poco sopra la metà. Era opera sicuramente di quella cosa grossa che vedevamo. Il mostro. La giornata di pesca finì lì,mentre si rientrava il mio compagno era tra il disperato per la canna nuova e subito rotta e lo stupito per quanto era accaduto.
E alla fine di quella stessa estate,un pomeriggio con mio padre,tocco a me allamare quella cosa. Pescavo col mais vicino a una macchia di ninfee quando il galleggiante sussulta quindi si inclina e corre mentre affonda verso lea macchia. Ferro. Il pesce parte a razzo con l'intenzione di andare tra la vegetazione, ma io ero preparato (ogni carpa faceva così) e gestisco la situazione. Auff! il più è fatto!
Quindi la porto in una zona libera approfittando della sua stanchezza momentanea,e inizia un combattimento fatto di fughe,costante tensione dove io devo gestire una carpa estremamente combattiva che fa partenze quasi inarrestabili per la mia attrezzatura,non si fa mai vedere e sta ben lontana dalla sponda. ah! ovviamente punta qualsiasi ostacolo le venga in mente. Intanto si era radunato un piccolo capannello di gente,tra cui il proprietario del laghetto e tutti visibilmente stupiti per la preda che avevo in canna. Intanto continua il tira e molla,ho perso il conto di quanto tempo è passato. Dunque. Come detto sopra niente guadino,e la tecnica del "la prendo a mano" è impraticabile perchè come si tenta di avvicinare la carpa,assisto a una ripartenza vigorosa e sono punto e a capo. Al proprietario viene un'idea! seguendo i suoi consigli porto la carpa tra la sponda e una palizzata di pioli ormai staccati dalla sponda se non per gli ultimi,così che il tutto forma una "V" quindi il proprietario si immerge tagliandole la ritirata. è fatta. Con i guanti la carpa viene issata sulla sponda e slamata al volo. Il proprietario la stima tra 5 e 6 kg. Un pesce bellissimo,me ne ricordo la pinna caudale,rossa ed enorme! torna in acqua libera a meno di un minuto dalla cattura. Emozioni? tante e confuse... ancora adesso la ritengo la più intensa battuta di pesca della mia vita.