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IL NOME DELLA REGINA


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3 risposte a questo topic

#1 Piscis piscis

Piscis piscis

    Giacomo

  • Gold Member
  • 1899 Post:
  • LocalitàMonza
  • Tecnica: predatori affamati
  • Provenienza: Monza

Postato 08 March 2017 - 17:42 PM


 

IL NOME DELLA REGINA

 

Quelle pinne inconfondibili riemergevano dalla mente nelle occasioni più strane, tra i tanti impegni di lavoro e famiglia,

quando si è in coda in auto o al semaforo, quando si sta aspettando il caffè al bar, quando si guarda il cielo senza motivo.

Bastava poco per accendere la scintilla: lo scorgere qualche paesaggio d'acqua o una figura che ricordasse un pescatore o una citazione casuale di un amico.

Non era voluta, ma arrivava e passava. Veloce, ma non innocua. E così bisognava fare i conti con un desiderio di pesca primordiale.

Non era mai un sogno preciso e definito, con luoghi e dettagli già stabiliti. Era una vaga e potente intrusione nella quotidianità, con le
fattezze di un pesce, di un'esca, di una canna e di un'attesa. Poi, passata l'ondata del primo momento, interveniva la ragione a puntellare
quell'indefinito volere essere sulla riva a pescare. Si decideva un luogo, un'ora, un giorno, i compagni d'avventura e la tecnica. Terminata la fase di progetto, la fibrillazione cresceva ogni giorno di più, perché ci si avvicinava al fatidico numero sul calendario, che significava pesca.

Tutto questo capitò anche quell'inverno, quando molti pescatori si chiudono a sistemare le attrezzature e a raccontare tra amici e
conoscenti le passate e le future battute di pesca.

Ma, sul lago, inverno è sinonimo di lacustre: è così, è un dato naturale, incontrovertibile. Ci è stato consegnato da cicli e cicli di nascite e morti, da generazioni di pesci e pescatori. E quella volta, su quel treno in corsa verso il sogno, toccò salire anche a me.

Non sono un grande pescatore, ma un amante, uno che prende questo strano sport con la pancia. Che si infiamma in un attimo e altrettanto
velocemente si sgonfia e molla. Ma per lo spinning ero sempre disposto a qualche piccola follia, a quello scarto che tiene i neuroni accesi, a quel pungolo che non demorde finché non si compie il gesto.

Non fu una giornata fortunata quella, di quel dicembre non ancora innevato. Le lacustri erano come nascoste e nessun segno chiaro aveva
dato la possibilità di pensare ad una cattura. Nessuna abboccata, ma anche nessuna bollata, né cerchio in superficie che potesse richiamare la presenza delle fantomatiche. Ma in quella bruma sospesa tra freddo e attesa, l'idea che un colpo a sorpresa potesse ribaltare tutto e proiettarmi in paradiso non si sopiva. Del resto, quale pescatore non spera fino all'ultimo di portare a casa un pesce?

E così feci, instancabile.

Fino all'ultimo lancio - che non è mai tale, perché ce n'è sempre uno dopo - il cuore era come un'ostetrica che tenta di far venire alla luce
un figlio che sembra non volerne sapere di uscire; cerca come di tirarlo in superficie e farlo abboccare. E abboccare alla mia esca, ovviamente. E quindi lancio su lancio, a volte quasi convulsamente, provavo a stuzzicare l'attacco del predatore.

Ma invano. Nemmeno un cavedano - che condivide le zone di caccia e le esche della trota - sostituì la freccia d'argento, che il cuore aspettava. Data la mole, il cavedano di lago è un ottimo rivale nelle fredde giornate di spinning lacustre. Eppure, a nulla servirono i mille e mille recuperi di pesci, pescetti e pezzi metallici per dar corpo al sogno. Mi immaginavo le mie esche autocostruite nuotare nel buio, fingendo di essere cibo appetibile. Ero lì, in attimi veloci e sconosciuti. Fino alla riva di ciottoli. Mesta e immobile.

A mattinata inoltrata, esclusi i germani reali e qualche gabbiano in alto, sul lago non c'era stato segno di vita. Tra i riflessi
dell'acqua forse si poteva dire di aver intravisto un pesce, ma si viaggiava sul binario della congettura e tutto restava molto labile e soprattutto
inutile. Non serviva vedere. Serviva pescare, tenere all'amo, sentire dibattersi in fondo alla lenza qualcosa. E non qualcosa a caso. Ma la regina d'inverno, in veste azzurra e lucente.

Quel giorno, nonostante gli sforzi, non poeti pronunciare il fatidico nome, che fa tremare i polsi ai pescatori di lago, che apre gli occhi e
suscita stupore. La regina delle grandi acque aveva percorso altri sentieri e non desiderava essere disturbata. Altri tempi aveva deciso per mostrarsi in tutta la sua bellezza e forza.

Risalendo in auto, mi girai un'ultima volta allo specchio increspato con cui avevo cercato un dialogo fruttuoso. Silenzio e poi rumori
lontani, di uomini e vento, di lavori e tempo che scorre. Il mistero di questa pesca restava intatto e potente, come il fascino di quella trota, che conosce per dono innato i momenti privilegiati del suo apparire e scomparire.


 


Questo post è stato modificato da Piscis piscis: 08 March 2017 - 17:46 PM

"Facciamo quello che siamo"
"I pesci amano chi dorme" A.C.

#2 The Legend

The Legend

    Utente registrato

  • Gold Member
  • 21501 Post:
  • LocalitàOSTIANO CREMONA
  • Tecnica: al colpo
  • Provenienza: Ostiano

Postato 08 March 2017 - 19:50 PM

bel racconto


saluti

The Legend

#3 Copacabana69

Copacabana69

    Il Sole L'acqua la terra..:è VITA!

  • Moderatori
  • 5568 Post:
  • Localitànonantola
  • Tecnica: spinning
  • Provenienza: modena

Postato 09 March 2017 - 11:13 AM

Fantastico che bel racconto mi hai fatto sentire partecipe 😊
Veramente tanti complimenti 👍

#4 Fario-CH

Fario-CH

    Utente registrato

  • Gold Member
  • 10432 Post:
  • LocalitàNyon-Svizzera
  • Tecnica: spinning
  • Provenienza: Piemonte
  • Anno di nascita:1966

Postato 09 March 2017 - 11:47 AM

bel racconto, complimenti :)




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