Credo che a bassfishing, e non solo, il lipless crankbait sia una delle mie esche preferite, nonché un salva-capotto da non sottovalutare: ormai quando esco a spinning, il lipless trova sempre posto nella cassetta.
Il lipless credo sia conosciuto da tutti, e l'uso classico di quest'esca lo spiega meglio lui di me! Ma come si vede nel video, l'uso è in acqua aperta.
Io invece voglio dedicare due righe all'uso di un'esca IMHO micidiale nelle cover: presso strutture, legna (tronchi, rami...), canneti, ostacoli sommersi... ovvero in quelle situazioni dove di solito si lancerebbe un jig di buon peso o un texas anch'esso ben zavorrato. Il lipless può lavorare quasi nelle stesse situazioni con alcuni vantaggi sia in termini di presentazione (decisamente più realistica e meno invasiva di un jig che scende a piombo) sia di ferrate (generalmente assai più decise) sia di "novità", offrendo a pesci ormai assuefatti da jig e texas un'alternativa decisamente realistica e generalmente inaspettata (credetemi, c'è da farci i miracoli....). Inoltre è un'esca che può attirare una gran varietà di pesce, non solo o di gran lunga il bass.
Il lipless infatti lo uso come fosse, a seconda dei casi, un jig o una chatterbait oppure anche un jerk o uno spinner: lanciato e lasciato cadere si comporta nella discesa come uno spoon da trota, scendendo con movimenti ondulanti e dolci, molto realistici nell'imitare un pesce che sia rimasto stordito e cada verso il fondo; un jig ha molto meno potere attrattivo (scende dritto per dritto, a piombo) e magari è troppo "molesto". Invece lanciare il lipless nelle immediate adiacenze se non dentro la struttura e lasciarlo semplicemente cadere mi ha dato molte soddisfazioni, gli attacchi sono decisi, anche se alle volte non immediatamente percepibili, nel dubbio ferrate.
Se la caduta semplice non ha dato risultati è giunto il momento di animarlo: potete farlo sia a vertical, pescando sulla verticale sotto il cimino (su e giù, jerkata e caduta) che più avanti. Uno dei difetti di quest'esca secondo me è la presenza esagerata dei rattles all'interno, che possono spaventare e intimorire il predatore. Per questo motivo io lo jerko sia con movimenti ampi ma abbastanza lenti, per avere una jerkata ampia sia con colpetti decisi ma molto limitati nello spazio: l'obiettivo è NON far lavorare i rattles, quando si sente l'esca lavorare pienamente o si sentono i rattles, allora si sta esagerando; dopo la jerkata si lascia cadere e si ricomincia. Questo approccio "gentile" e non esagerato mi ha salvato dai capotti più volte!
Quando invece lo si lancia a distanza, si può tentare di infittire le jerkate, facendone tante ma "deboli" per poi lasciarlo per un attimo in caduta: così è facile passare sopra ostacoli sommersi (quasi a TW, grazie alla lentezza di affondamento del lipless stesso) e scatenare attacchi (ieri facendo così ho avuto le mie soddisfazioni); si può anche recuperarlo in maniera lineare ma molto lentamente con frequenti pause per poi riprendere semplicemente il recupero lento, senza jerkarlo.
Il lipless per il suo assetto di nuoto è abbastanza anti-incaglio; non a livelli del texas ma il fatto che le ancorine siano protette dal corpo stesso dell'esca fa sì che non sia troppo facile lasciarlo su rami e ostacoli, quindi va usato secondo me senza troppa paura a ridosso delle cover, evitando solo le situazioni dove l'incaglio è assicurato e solo la pesca con amo coperto può darci una mano.
Suggerimento spassionato su quale prendere: Caperlan! Poca spesa e tanta resa, il Kiowai 40 o 70 (io uso quest'ultimo). Per i colori è soggettiva: io preferisco sempre imitare il foraggio quanto più fedelmente possibile, e dato che dove vado io il foraggio è composto da breme, scardole, carassi etc... ho pochi dubbi: argento.
Spero di avere fatto cosa gradita, se non agli esperti (che faranno già quello che ho descritto e lo faranno molto molto meglio di me!) a chi ha quell'esca nella cassetta e non sa bene che farsene, oppure vuole provare un'alternativa alle solite esche!