Galeotto fu Fario-Ch, con il suo splendido racconto sull'apertura, anzi sulle aperture: http://www.pescanetw...8386-lapertura/
Leggendo il suo racconto mi sono tornati in mente alcuni episodi della mia infanzia, che credevo di aver rimosso... ed è stata una bellissima sensazione. Perchè, ebbene sì, io da bambino pescavo, eccome se pescavo, ma poi per tanti anni ho appeso le canne al chiodo, fino a quando ho compiuto 25 anni...e da lì la passione è rinata più forte di prima.
A differenza di tantissimi di voi io non ho avuto la fortuna di avere un papà o uno zio pescatore...le mie figure di riferimento, almeno da ragazzino sono state 2: un anziano vicino di casa, pescatore con capelli e baffi bianchi, e con un gilet da un milione e mezzo di tasche, che gli invidiavo più di qualsiasi altra cosa al mondo, e il fidanzato della mia baby sitter, pescatore più giovane ma decisamente in gamba. Sono stati loro due a iniziarmi al mondo della pesca.
In realtà mio papà mi aveva portato un paio di volte in quegli allevamenti con le vasche alte 30 cm, piene zeppe di trote (Vallata style), dove potevi "pescare" con una cannaccia di bambù e un filo che in realtà era uno spago: il mio primo contatto con la pesca aveva quelle sembianze lì.
Ma il primo contatto con la pesca "vera" l'ho avuto nel caccia e pesca del paese, dove insieme a mio padre e all'anziano pescatore vicino di casa, ho comprato la mia prima canna da spinning. Me la ricordo ancora: una telescopica blu di due metri in fibra di vetro, con un mulinello (Carson?) in plasticaccia che faceva un rumore infernale in fase di recupero
Ricordo ancora le pescate con mio papà (che veniva con me, data la mia giovane età), e spesso anche con un mio compagno di classe, Massimo, che come me si era appassionato alla pesca.
andavamo spesso in bici, o mi portava mio papà con il mitico "ciao", al canale dove ancora oggi vado a pescare quando vado a trovare i miei genitori.
Ricordo che mio papà teneva tutte le (poche) trote che riuscivo a prendere, non importa di che misura fossero Ricordo che le metteva in un sacchetto di plastica e andava a nasconderle poco distante, per poi recuperarle prima di tornare a casa.
A casa, quando le mangiavamo, faceva sempre la stessa identica battuta: "certo che tra quanto ho speso per la canna, il mulinello, e le esche, questo pesce mi è costato più caro che al ristorante".
Ogni volta.
Papà, lascia che te lo dica:
La pesca, a quel tempo, per me era solo ed esclusivamente lanciare e recuperare un mepps argento puntinato di rosso. Fine. Non esisteva altro.
Pomeriggi interi a lanciare e recuperare il cucchiaino, e poche catture. Ma non avrei fatto a cambio con niente altro.
Un giorno, pescavo accanto al mio amico Massimo, e ricordo che mi ha chiesto "ma se adesso venisse qua XXX [nome della fighettina del paese], tu resteresti qui a pescare, o andresti via con lei?"
Ricordo di aver risposto, senza esitazioni: "starei qui a pescare"
(PS: prima che lo diciate voi: no, non sono finocchio)
Poi, negli anni, c'è stata una sorta di evoluzione.
Prima di tutto il vicino anziano mi regalò due cose: una teleregolabile gialla, credo di 6 mt, e soprattutto il suo mitico gilet.
Avevo un gilet da pescatore.
Il più bello di tutti. Un razzo di vero fottutissimo gilet da vero pescatore.
Avevo ottanta milioni di tasche, e soltanto due scatole: una classica, a scomparti, e una nera, con ai lati delle molle per tenere puntati i cucchiaini e i minnow.
Già, i cucchiaini li portavo dietro anche se uscivo a pescare con la teleregolabile... un po' scomodo lanciare... ma quante volte l'ho fatto
E qui entra in gioco il fidanzato della baby sitter, Angelo.
Già, perchè lui mi portò a pescare per la prima volta in un posto diverso, alla riserva di fornolosa, dove (si narrava) girassero trote enormi e si potevano prendere decine di trote al giorno.
La sera prima non avevo dormito. Sarei andato a pescare con un vero pescatore, in un posto da veri pescatori.
Ricordo che quel giorno pioveva.
Andammo a pescare al tocco, con la mia "nuova" teleregolabile.
Tornammo a casa con una sola trota, presa ovviamente da lui.
Ma lui disse a mia madre che l'avevo presa io.
In macchina, al ritorno, dissi a mia madre la verità, ossia che la trova l'aveva in realtà presa lui.
Pian piano, passavano gli anni, il mio parco canne era aumentato: era arrivata una terza canna, una "tuttofare" da 3,5 metri... in carbonio... il non plus ultra della tecnologia a quei tempi...
Ricordo che il vicino di casa anziano si arrabbiò molto, quando venne a sapere che mi avevano venduto (a me, ragazzino di 10-12 anni) una pericolosissima canna in carbonio... E mi mise in guardia più volte dal rischio fulmini, tralicci, eccetera.
Con quella canna ho scoperto la pesca a "moschera"... lenza madre, amettiera con 5 mosche e galleggiante all'estremità... lunghe e lente passate sulla superficie, e centinaia di trotelle che bollavano a ogni passata...
Che ricordi...
Poi, terminate le medie, quindi a 13-14 anni, ho iniziato il liceo in un'altra città, ho cambiato il giro di amicizie, ho iniziato anche un nuovo sport, e pian piano ho smesso di pescare.
La scintilla è rinata una decina di anni più tardi, quando un amico mi ha detto "mi piacerebbe provare a pescare ma non trovo nessuno con cui andare".
Booom, baby.
è stato come premere un interruttore.
Nel giro di un paio di settimane ho tirato fuori i vecchi libri che avevo comprato da bimbo, le valigette con dentro le scatole di piombi, artificiali, lenze, galleggianti, e chi più ne ha più ne metta.
Ho ritrovato le canne, ormai inutilizzabili, e il gilet che mi aveva regalato il vicino di casa.
Mi sono documentato, e ho comprato la mia prima canna da spinning "nuova" e il relativo mulinello, una manciata di rotanti e un paio di minnow.
Sono tornato nei miei luoghi di bambino, e in una caldissima giornata di luglio, in pieno pomeriggio, con il sole a picco, ho preso una trotella.
La droga, ormai, era entrata in circolo, definitivamente.
E adesso sono qui, a scoprire nuove dimensioni di pesca, a cercare di capire come "leggere" un grande lago seduto su una canadian, in attesa di chissà quali nuove avventure.
Ah, se ve lo state chidendo... ovviamente il mio amico che ha riacceso la scintilla non ha mai iniziato a pescare... ha fatto il "danno" ed è sparito... lasciando solo me con tutti e due i piedi in questa bellissima "malattia" di cui siamo tutti un po' ammalati
PS: grazie Fabry, non pensavo che avrei più potuto rivivere questi ricordi... grazie davvero