L’ultima volta che ho pescato con il Presidente è stato come minimo 4 anni fa.
Era stata una battuta di caccia al siluro, che aveva fruttato un pesce a me ignoto a guadino ed una bella giornata passata a xxxxeggiare per i bar della tundra sotto il Po.
Ora, era da tempo che ci si riprometteva di trovarsi a fare una lucciata a Terlago: solo che i troppi impegni e livelli sballati dei laghi avevano fatto slittare a tempo indeterminato la cosa. In pratica, quando io e il buon Paolo eravamo tutti e due liberi, o il lago era basso o i pesci erano fermi. O il luccio era chiuso.
Complice una congiuntura astrale favorevole però, dopo lungo peregrinare di messaggi su WhatsApp -incentrati in gran parte su domande tranello per svelare tendenze diversosessuali nascoste e per fare saltare l’uscita, siamo tutti e due reciprocamente molto diffidenti nonostante ormai ci si conosca da anni- alla fine abbiamo finalmente fissato data e ora.
Appuntamento ai laghi di Terlago, dove stavolta faccio io da padrone di casa, con previsioni meteo decisamente favorevoli (bassa pressione e temporali, si sono rivelate poi del tutto cannate ma amen)
Per preparare al meglio la pescata bisognava però organizzarsi, prendere spunto, ispirarsi: la mia ispirazione è venuta dal forum, dove due baldi giovincelli poco tempo fa hanno stampato una fila indecente di pescioni dalla barca in una sola uscita, attribuendo in parte la cosa alla fortuna.
Io questo giro avevo qualcosa da dimostrare ovvero che ci vuole anche il manico per prendere i lucci: decido allora, la sera prima della regata in belly, di provare ad esaurire la mia dose di fortuna facendo tre quarti d’ora di microspinning in un riale notoriamente xxxx dal punto di vista delle catture. Posto incantevole, trote selvatiche, parecchi gradi in meno rispetto al fondovalle, peccato solo per i segni lasciati da qualche bracco (le scatole di camole abbandonate in un posto così sono la traccia inequivocabile del passaggio di qualche minus habens).
Un paradiso perfetto per lanciare con una 180 cm e dove ogni lancio ha una tolleranza di +/- 2° se non si vuole lasciare un patrimonio di esche tra le piante.
Risultato? Tre trote in due buche in 45 minuti. Fortuna quindi esaurita ai fini statistici.
E l’alba del domani è sorta maestosa in quel di Terlago : Paolone carico e puntuale, si inizia a pinneggiare (seconda volta per me) nella Zona Salvaguardia Luccio del Lago Piccolo.
Pare che il meteo ci sia amico, invece dopo un’oretta scarsa di nuvole il sole arriva spietato a cuocerci.
Doppio ci sa fare a differenza di me, e muove subito un pesce topwater – poco dopo che mi ero esposto dicendogli che sarebbe stato meglio attendere la sera prima di frullare esche a galla- che si slama proprio mentre sto per fargli la foto.
Tempo di altri due attacchi sulla sua esca proibita (io non rivelo nulla), di una assurda visione mistica (abbiamo assistito alla trasformazione in diretta di una fata in una betoniera, ma questa è difficile da spiegare) ed è già tempo di metterci in una posizione più consona al nostro io : gambe finalmente sotto al tavolo, è mezzogiorno e fa caldo per stare sulle ciambelle.
Un tradizionale ma lungo pellegrinaggio ci attende -ci sono 3 bar intorno ai laghi-, ma il tempo in qualche modo lo dobbiamo passare prima che il sole inizi a demordere.
Mettendocela tutta -memori in ogni caso dell’ultimo miniraduno del Forum a Terlago e delle condizioni subumane in cui ci eravamo ridotti però questo giro stiamo più tranquilli- riusciamo ad accendere una candelina per ciascun bar (in uno ne accendiamo un paio, per sicurezza).
E’ pomeriggio inoltrato quando rientriamo in acqua.
Spira una brezza piacevole, c’è mezzo coperto ed il pesce si muove. E dopo qualche birra pesco più convinto pure io.
Ci spostiamo infine in una zona hot. In tutti i sensi.
Sì perché oltre a esserci un gran movimento in acqua (Doppio slama due pesci in un nulla, io ho un doppio attacco topwater sbagliato -dal pesce, non da me-), la mia attenzione viene catalizzata da un trio di rumorosi ventenni (due lei ed un lui) sulla sponda. Lui suona il bongo, loro ridono, giocano e hanno qualcosa che non torna. La distanza però mi è nemica. Ci perdo delle diottrie prima di capire,
ma poi, proprio mentre Paolo mi sta spiegando finalmente la differenza di approccio filosofico tra crawler e 3D bat realizzo cosa succede. Guardo Paolo negli occhi, lo guardo come se avessi capito la sua dissertazione ed esclamo convinto :-Hanno le zucche fuori-.
Ora, premesso che passo il successivo quarto d’ora sforzandomi di immaginare il me stesso di quell’età che suona placidamente il bongo accanto a due ragazze seminude -ovviamente senza esito-, la cosa mi distrae un pochino.
Diciamo che inizio a lanciare alla Andrea Pirlo, occhi da una parte ed esca dall’altra.
Non è proprio una strategia voluta, ma al millesimo lancio no look la cosa frutta uno sbam convinto sullo shad.
Pesce a guadino, con una stima millimetrica a voce alta per richiamare l’attenzione del socio (che faceva il no look pure lui con gli occhiali da sole mi sa) : -OTTANTSETTAAHNOSESSMAVAFFA, non è nemmeno di misura….
E’ comunque un luccio (piccolo, brutto, foto fatta male e opercolare fatta peggio, modello così così) ma è stato preso grazie al manico, alla perseveranza ed alla perizia : come scrivevo la fortuna era finita dalla sera prima, e se tanto mi da tanto questo giro posso anche bullarmi
La giornata finisce con i saluti e la voglia di ribeccarci senza aspettare eoni : vale la pena ogni tanto di prendersi una giornata intera da dedicare alla pesca ed alla buona compagnia, e razzate a parte il signor Paolo Doppio è veramente una persona piacevolissima.
Se poi i pesci collaborano e le carni (non le nostre, per carità) sono esposte monumentalmente al vento, cosa si può desiderare di più?
Questo post è stato modificato da Grezzo: 20 June 2019 - 13:12 PM