20210710_agone by Giacomo Nucci, su Flickr
Di solito il sabato sera ci si diverte con gli amici, una cena, un aperitivo, un bel gruppo che fa casino e ride di gusto.
In queste settimane però sulle sponde dei laghi prealpini dell'Italia va in scena un altro spettacolo, quello degli agoni.
Prima in frega (non disturbiamoli, è il loro momento d'amore ) poi in frenesia alimentare vicino alle sponde.
a fine giugno ero stato già sulle sponde lariane orientali per una pescata ma non avendo la giusta lenza, avevo fatto da puro spettatore.
Le passerelle che si protendono le lago come torri d'assedio sulle acque scure sono un esempio di coraggio e sfida benevola alla natura.
Questo sabato invece, munito di lenza ad hoc (le mitiche moschette per agoni) voglio essere protagonista.
I vecchi del posto mi suggeriscono 2 cose importanti e via...
appena prima del tramonto faccio un po' di stretching con un minnow autocostruito... sapete com'è... magari un cavedanone gironzola affamato... ma nulla...
cala il sole dietro i monti, luce splendida e diffusa. I vecchi mettono fuori i loro cannoni dalla massicciata e tentano.
Mi metto a lanciare la mia lenza. E' la mia prima volta in questa sorta di spinning (si lancia e si recupera senza particolari accorgimenti) e dopo 20 min arriva il primo agone. Gioia. Lo strattone iniziale è notevole se pensiamo alle dimensioni.
Poi stallo... nessun pesce. Il pescatore di fianco a me ne prende qualcuno ma piccolo.
Poi si capisce che il branco arriva a tiro di lancio e boom... è quasi un pesce dopo l'altro. Nel semibuio del lago faccio 6 agoni a misura e rilascio i portachiavi (con l'augurio dei ritrovarsi ben pasciuti nel 2022). Mi fermo. Non sono venuto a riempire il secchio ma a godermi lo spettacolo. Le abboccate sono state belle toste e questo basta. L'acqua è quasi tiepida. I vecchi si lanciano sfottò.
Saluto qualche volto conosciuto e mi godo le ultime luci del lago.
I riflessi viola dell'agone sono un regalo incancellabile.
Ciao